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Bagnasco: «Reagire alla 'ndrangheta per tornare a investire»

LAMEZIA TERME «Il Paese non deve cedere alla sfiducia. Il popolo degli onesti, che è un grande popolo, non deve lasciarsi demoralizzare. Mai! Neppure dai cattivi esempi di malaffare e di corru…

Pubblicato il: 26/01/2015 – 16:35
Bagnasco: «Reagire alla 'ndrangheta per tornare a investire»

LAMEZIA TERME «Il Paese non deve cedere alla sfiducia. Il popolo degli onesti, che è un grande popolo, non deve lasciarsi demoralizzare. Mai! Neppure dai cattivi esempi di malaffare e di corruzione». Lo chiede il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, per il quale «i fenomeni di corruzione sono da deprecare e, se accertati, sono da perseguire con rigore, ma non devono deprimere né suggestionare, come se i corrotti fossero i furbi e gli onesti fossero una massa di illusi».

«Alla disonestà dobbiamo reagire», suggerisce il porporato indicando – nella prolusione al Consiglio episcopale permanente – quella che rappresenta la via maestra per uscire dalla crisi: «Fare con onestà, sacrificio e competenza il proprio dovere di lavoratore e di cittadino», il che significa anche, laddove ce ne sono le condizioni, «investire i propri onesti capitali». Secondo Bagnasco, «i denari ci sono, e non pochi, ma gli investimenti sono scarsi».

«Non si tratta – chiarisce il presidente Cei – di fare degli oboli a nessuno, ma di mettere in gioco se stessi e qualcos’altro, avendo le doverose garanzie di serietà, correttezza e celerità dei pubblici poteri».

«Esiste – sottolinea in proposito – l’onestà dei singoli e delle aziende, ma esiste altresì l’onestà dello Stato e della burocrazia, come di ogni altro legittimo potere, che non deve affermare se stesso, ma unicamente la giustizia».

Nella sua prolusione, il cardinale di Genova cita la Conferenza episcopale della Calabria, che sulla malavita organizzata ha recentemente pubblicato una nota pastorale intitolata “Testimoniare la verità del Vangelo”. «Siamo grati e solidali con i vescovi della Calabria – assicura – anche in questa sfida che continua ad annidarsi nel tessuto sociale del Paese», alla quale si deve reagire «con una onestà più fiera, una professionalità più convinta, una laboriosità più generosa».

«È questo – conclude – il modo più costruttivo per reagire al male: con un bene più grande».

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