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Centauro deceduto in uno scontro, chiuse le indagini

COSENZA La Procura di Cosenza ha chiuso le indagini nei confronti di Giovanni Manfredi, 50 anni di Cosenza, e Gianluca Fiorita, 43 anni di Cosenza. Entrambi sono indagati per la morte di Enrico Nar…

Pubblicato il: 27/01/2015 – 16:11
Centauro deceduto in uno scontro, chiuse le indagini

COSENZA La Procura di Cosenza ha chiuso le indagini nei confronti di Giovanni Manfredi, 50 anni di Cosenza, e Gianluca Fiorita, 43 anni di Cosenza. Entrambi sono indagati per la morte di Enrico Nardella, 58 enne della città dei Bruzi, deceduto lo scorso 15 marzo in un incidente stradale avvenuto sulla strada provinciale per Donnici. Le indagini, coordinate dal procuratore capo Dario Granieri e condotte dal sostituto Maria Francesca Cerchiara, hanno cercato di ricostruire l’esatta dinamica di quel violento impatto in cui perse la vita Nardella, un restauratore noto in città per il suo lavoro e per la passione per le moto.

Manfredi si trovava alla guida di un’autovettura a noleggio, una Hyundai, e percorreva la strada provinciale in direzione Donnici, giunto all’altezza del palazzetto dello sport, effettuava – è scritto nel provvedimento di conclusioni indagini – una manovra di svolta a sinistra per immettersi nella contrada che porta proprio alla struttura sportiva, violando il codice della strada. La manovra veniva effettuata in presenza della striscia continua e non tratteggiata e non si vedeva l’arrivo di due moto, guidate da Gianluca Fiorita e Enrico Nardella, che provenivano nel senso opposto al suo senso di marcia. Manfredi avrebbe, quindi, omesso di dare la precedenza ai centauri. Manfredi – secondo l’accusa – con la sua condotta di guida invadeva quasi totalmente la corsia di marcia opposta in un tratto di strada in cui la segnaletica orizzontale non lo permetteva, tagliando anticipatamente la curva di inserimento nella traversa a sinistra, determinando così l’impatto frontale – avvenuto sulla corsia di marcia dei motociclisti – con la moto guidata da Gianluca Fiorita contro la quale poi è andata a collidere quella guidata dalla vittima.
Nel violento impatto con l’auto di Manfredi, Fiorita veniva sbalzato fuori dal motociclo finendo sulla carreggiata. Nardella, che seguiva la Ducati guidata da Fiorita, andava a sbattere con la propria Honda la moto di Fiorita, finendo in aria – a causa del violento urto –, impattando sul cofano dell’automobile di Manfredi. Il restauratore veniva poi investito da entrambe le moto ed è morto sul colpo.
Per l’accusa, Manfredi – tenendo alla guida un comportamento negligente e imprudente e violando il codice della strada – avrebbe causato la morte di Nardella. In particolare, l’indagato avrebbe non rispettato la segnaletica stradale, omettendo di assicurarsi di poter fare il sorpasso senza causare intralcio agli altri utenti e senza dare la precedenza ai veicoli provenienti dalla direzione opposta.
Secondo l’impianto accusatorio, Fiorita, invece, viaggiava a una velocità di 120 km/h in una zona in cui il limite consentito era di 50km/h. Nel tentativo di evitare l’impatto con la Hyundai, guidata da Manfredi, a causa dell’alta velocità perdeva il controllo del mezzo, che andava a sbattere con la vettura di Manfredi, determinando il successivo impatto della moto di Nardella con la propria. Nardella veniva quindi investito da entrambe le moto che si ponevano, alla fine della propria traiettoria, sul corpo stesso. Fiorita – per la pubblica accusa – tenendo alla guida un comportamento negligente e imprudente, e violando le norme del codice stradale, avrebbe causato la morte di Nardella avvenuta a seguito dei traumi riportati.

 

Mirella Molinaro

m.molinaro@corrierecal.it

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