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Il Viminale "snobba" Cetraro

ROMA Hanno lasciato il Viminale palesemente insoddisfatti Ernesto Magorno ed Enza Bruno Bossio, che sul tavolo del capo della polizia Alessandro Pansa avevano messo tutto il peso del loro in carico…

Pubblicato il: 27/01/2015 – 13:20
Il Viminale "snobba" Cetraro

ROMA Hanno lasciato il Viminale palesemente insoddisfatti Ernesto Magorno ed Enza Bruno Bossio, che sul tavolo del capo della polizia Alessandro Pansa avevano messo tutto il peso del loro in carico di parlamentari ma anche di componenti la commissione parlamentare Antimafia e, per Magorno,di segretario regionale del Pd. Oggetto dell’incontro, che ha avuto luogo questa mattina, la paventata chiusura del posto fisso di polizia di Cetraro. Scelta che effettivamente fa a cazzotti non solo con il buonsenso ma anche con le risultanze investigative che vogliono quel pezzo della provincia cosentina particolarmente esposto rispetto ai condizionamenti mafiosi.

Ci opera il clan Muto che resta tra i più temuti e sanguinosi della ‘ndrangheta calabrese. Diverse indagini della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, alcune recentissime e con i processi in corso, hanno dimostrato il ruolo primario che la locale di Cetraro svolge nel settore del traffico internazionale della droga, mentre il controllo sul mercato ittico e sulla flottiglia di pescherecci che stazionano nel porto omonimo è stata spesso oggetto anche di inchieste televisive che hanno reso nota anche al grande pubblico la gravità della situazione determinatasi sull’asse Amantea-Paola-Cetraro-Scalea. Tutto ciò, evidentemente, non è bastato per evitare che nell’ambito dei tagli che la polizia di Stato ha valutato di compiere finisse anche il commissariato di Cetraro. Una decisione ottusa e burocratica che i due parlamentari calabresi si sono sentiti riproporre quasi come una cantilena dal prefetto Pansa nelle vesti di capo della polizia.

Pur evitando commenti diretti, nell’immediato Magorno e Bruno Bossio non fanno mistero del fastidio per l’atteggiamento trovato al Viminale, quasi che si stesse agitando una questione campanilistica e non di grave delicatezza sotto il profilo dell’ordine pubblico. Da qui la decisione di elevare il confronto a livello istituzionale con iniziative che i due parlamentari si accingono ad intraprendere. Enza Bruno Bossio e Ernesto Magorno, inoltre, avrebbero intenzione di portare quanto accaduto anche all’attenzione della commissione parlamentare Antimafia.

pa. po.

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