CATANZARO «Ribadisco piena e incondizionata fiducia nella magistratura, rappresentando sin da ora, come ho fatto subito dopo la nomina al presidente Mario Oliverio, pur nella consapevole certezza di essere totalmente estraneo ai fatti, la disponibilità a rassegnare le dimissioni da assessore, per il bene della mia regione, qualora dovessero emergere profili di reità a mio carico». Lo afferma Nino De Gaetano, neo assessore della Regione Calabria, dopo la decisione del ministro Carmela Lanzetta di rifiutare un posto nel governo regionale proprio per via della sua presenza nell’esecutivo.
La presa di posizione, spiega De Gaetano in una dichiarazione, «si rende necessaria, a seguito delle reiterate e persistenti notizie circa il mio coinvolgimento, addirittura quale indagato, in una vicenda di scambio elettorale politico mafioso, risalente al 2010, più volte in questi anni tirata in ballo in occasione di competizioni elettorali, e da ultimo balzata agli onori delle cronache a seguito di un provvedimento giudiziario emesso lo scorso dicembre 2014 dal gip di Reggio Calabria su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia nell’operazione “Il padrino”. Preciso a tal proposito – continua l’assessore regionale – di non essere stato mai destinatario di informazione di garanzia, né di alcun provvedimento cautelare, atteso che dagli atti giudiziari – ampi stralci dei quali sono stati già pubblicati dalla stampa locale e nazionale – emerge come, correttamente, i magistrati non abbiano condiviso la prospettazione accusatoria della squadra Mobile, ritenendo insussistente la gravità indiziaria nei miei confronti».
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