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Magorno convoca l'assemblea del Pd

CATANZARO A fare le frittate sono stati bravi tutti in queste settimane, adesso dare una rassettata alla cucina è impegno di Ernesto Magorno. Ieri, improvvisamente, tutti hanno scoperto che forse i…

Pubblicato il: 28/01/2015 – 17:32
Magorno convoca l'assemblea del Pd

CATANZARO A fare le frittate sono stati bravi tutti in queste settimane, adesso dare una rassettata alla cucina è impegno di Ernesto Magorno. Ieri, improvvisamente, tutti hanno scoperto che forse il segretario regionale del Pd meritava maggiore ascolto e maggiore rispetto. Lo hanno scoperto a Palazzo Chigi, rileggendosi una nota riservata che il segretario calabrese aveva prodotto per avvertire su alcuni rischi connessi al dopo elezioni. E lo hanno scoperto in seno al partito calabrese dove renziani, non renziani e diversamente renziani capiscono che è ora di mettere un poco di serietà nelle cose che si fanno e non confidare in eterno sulle lacerazioni di un’opposizione di centrodestra che, prima o poi, troverà la forza di ricompattarsi e ripartire. Lo scopre anche Mario Oliverio che adesso accetta di buon grado “l’invito” rivoltogli da Matteo Renzi perché si chiuda in una stanza con Magorno e Guerini per vedere come venir fuori da una situazione oggettivamente antipatica e che presta il fianco a molte perplessità.
Come primo atto, Ernesto Magorno ha deciso di portare il dibattito lì dove sarebbe giusto che si fosse già aperto: nel partito. Per questo ha convocato per il 6 febbraio l’assemblea regionale. Poi ha invitato Mario Oliverio a evitare pericolose scelte che sanno di isolazionismo, ma gli ha anche evidenziato che notificare non significa condividere e forse in questa fase il nuovo governatore ha sbagliato, in toto o in parte, gli interlocutori. Piaccia o non piaccia, rispetto ai tanti “improvvisamente renziani” di questi giorni, Magorno su quel carro è salito quando nessuno ci scommetteva un centesimo ed è inevitabile che oggi sia difficile scavalcarlo nella considerazione del premier. Cosa che invece a Cosenza tentano di fare un giorno sì e l’altro pure.
Infine, un Magorno che ieri appariva particolarmente effervescente sullo scacchiere capitolino, ha anche fatto proprie le istanze di Tonino Scalzo. Il presidente del consiglio regionale vuole che l’assemblea venga messa in condizione di lavorare bene e subito. Deve completare la creazione degli organi interni e deve mettere mano a un calendario di sedute capaci di imprimere un’accelerazione che faccia capire l’intenzione di recuperare le settimane che, oggettivamente, sono andate perdute.
Alla fine pare di capire che i protagonisti cominciano a “sospettare” che aver concorso alla delegittimazione della segreteria regionale è stato un pessimo affare per tutti.

 

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