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Quel feeling tra Renzi e Oliverio – IL VIDEO

ROMA Nella cerchia ristretta del governatore raccontano che tra Oliverio e Renzi, dopo un iniziale percorso di “annusamento”, sia scattata la chimica. «Tra Matteo e Mario ormai c’è feeling», spiega…

Pubblicato il: 29/01/2015 – 15:18
Quel feeling tra Renzi e Oliverio – IL VIDEO

ROMA Nella cerchia ristretta del governatore raccontano che tra Oliverio e Renzi, dopo un iniziale percorso di “annusamento”, sia scattata la chimica. «Tra Matteo e Mario ormai c’è feeling», spiega uno dei deputati calabresi più vicini al premier. Il “lupo” di San Giovanni in Fiore, finge disinteresse per la questione e a chi gli chiede conto ripete che il suo pensiero è rivolto «alla risoluzione» delle tante emergenze della Calabria.

Certo, il presidente calabrese non fa mistero che con il premier-segretario si sia ormai instaurato un rapporto di «reciproca stima». Che nemmeno le ultime turbolenze calabresi, con la rinuncia all’assessorato di Maria Carmela Lanzetta e il deflagrare del caso De Gaetano, sembrano aver scalfito. «Non mi sono mai proclamato anti-renziano, né oggi ho difficoltà a definirmi renziano. Sono Mario Oliverio, con il mio profilo e la mia storia. La misura e il giudizio sul valore delle persone, a mio avviso, deve partire dai problemi», ricorda il presidente della giunta regionale.

I due hanno avuto modo di scambiare qualche impressione a Roma, al termine dell’assemblea dei grandi elettori dem in cui è passata all’unanimità la scelta di votare Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica. Renzi si è limitato a un semplice saluto e a qualche scambio di battute con Oliverio, ma non è entrato nello specifico delle vicende calabresi. Non era certo questo il momento e il luogo adatto per affrontare certe questioni. Il confronto, se necessario, avverrà in altra sede e dopo aver consumato i giusti passaggi.

Fedele alla sua tagliente ironia, il presidente del Consiglio si rende protagonista di un gustoso siparietto con Rosi Bindi (eletta alle ultime elezioni nelle liste del Pd calabrese). «Stavo dicendo a Bindi – spiega divertito Renzi – che anche se questa volta siamo sulla stessa posizione non votiamo allo stesso modo perché io non voto per il capo dello Stato». Giù risate, comprese quelle di Oliverio e del governatore piemontese Chiamparino.

Fin qui lo spazio dedicato alle battute, altro conto è la realtà con cui dovere fare i conti. Oliverio è consapevole di tutto ciò ed è convinto che, una volta chiusa la partita del Quirinale, si tornerà in Calabria per dare impulso a un’azione amministrativa partita col freno a mano. Il governatore è al lavoro anche per riempire la casella lasciata vuota da Lanzetta e sulla nomina (contestata) di De Gaetano contrattacca: «Non accetto lezioni di legalità da nessuno, la mia storia politica lo testimonia».

La sensazione, confermata dai fedelissimi di Oliverio ma smorzata da alcuni renziani della prima ora, è che dietro il dietrofront dell’ex ministro (nella giornata di venerdì dovrebbe formalizzare le dimissioni dal ministero degli Affari Regionali) ci sia il pressing di Graziano Delrio, preoccupato di non perdere peso specifico in Consiglio dei ministri. E c’è chi non manca di sottolineare che nell’intervista rilasciata mercoledì al Corsera, con cui l’ex civatiana annuncia di non volere entrare nell’esecutivo regionale, vi siano alcuni messaggi in codice (concordati, appunto, con l’ex presidente dell’Anci) con destinatari i vari Renzi, Lotti e Guerini.

Lanzetta (ma, a quanto pare, soprattutto Delrio) non ha gradito il modo in cui il premier e il suo inner circle hanno deciso di porre fine a una collaborazione quasi un anno fa. «Il metodo usato – dice l’ormai ex ministra – è difficile da mandar giù». Dove per metodo si intende la decisione di Renzi e Lotti di fare arrivare direttamente da Oliverio la richiesta per un suo impegno in Calabria.

Ma è acqua passata, ormai. La vera sfida per il governatore, adesso, sarà quella di riportare il sereno in quella parte del Pd calabrese (soprattutto i renziani di Reggio Calabria) che si è sentita tagliata fuori da ogni tipo di scelta compiuta finora. E non è da escludere che un aiuto a ricucire lo strappo non possa arrivare proprio dal leader dem.

 

Antonio Ricchio

a.ricchio@corrierecal.it