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Vigili precari, l'Unione sindacale di base rivendica la stabilizzazione

REGGIO CALABRIA «L’orientamento del Governo Renzi di cancellare tutti i precari, è diventata realtà anche tra i vigili del fuoco di Reggio Calabria, da qualche giorno prima della fine dell’anno sco…

Pubblicato il: 31/01/2015 – 10:06
Vigili precari, l'Unione sindacale di base rivendica la stabilizzazione

REGGIO CALABRIA «L’orientamento del Governo Renzi di cancellare tutti i precari, è diventata realtà anche tra i vigili del fuoco di Reggio Calabria, da qualche giorno prima della fine dell’anno scorso, in modo drastico sono stati ridotti i richiami in servizio da 32 a 4 unità». A lanciare l’allarme su una situazione definita ormai «al collasso», è il coordinatore della provincia di Reggio Calabria dell’Unione sindacale di base dei vigili del fuoco Carmelo Mallamaci.
«Normalmente – prosegue l’interessato – venivano reclutati a rotazione per 20 giorni, da una graduatoria di oltre 300 unità, per essere inseriti esclusivamente nelle solo 8 squadre disponibili h24 in tutta la Provincia di Reggio Calabria per il soccorso generico istituzionale. In parole brevi, un’unità per ogni squadra. Risorse umane assolutamente indispensabili per il dispositivo di soccorso. Tuttavia, oggi sono divenuti molto scomodi, considerato che il loro rapporto lavorativo non rientra tra quelli a tempo determinato, perché necessari 365 giorni l’anno, non solo in eventi di tipo stagionale per campagne antincendio boschive».
«Di conseguenza – è quanto afferma ancora Mallamaci – per cancellare i diritti acquisiti, prima si è attribuita a dei lavoratori la qualifica di vigile volontario, pur corrispondendogli uno stipendio per l’attività lavorativa con regolare cedolino di stipendio, adesso gli è stato dato il benservito definitivo. L’assenza dei precari vigili del fuoco nel mese di gennaio nel comando provinciale di Reggio Calabria, ha determinato la chiusura temporanea e la non operatività di qualche distaccamento di provincia, come Bianco, Melito Porto Salvo e Villa San Giovanni».
«Per di più – prosegue l’interessato – bisogna considerare la riduzione del numero dei componenti di molte squadre in tutta la provincia, sotto quei minimi di 5 unità stabiliti per garantire la sicurezza degli operatori e la tempestività degli interventi di soccorso. Il comandante Pietro Foderà per arginare i disservizi che si sono creati, in conflitto con le organizzazioni sindacali, con una sua personale interpretazione del regolamento di servizio, ha autorizzato questo sottonumero. Formalmente, lo scorso 13 gennaio, una disposizione di servizio riporta “la partenza ridotta (4 unità) dovrà espletare in sicurezza le prime operazioni di soccorso volte a contrastare, per quanto possibile, l’evento in attesa dell’arrivo della squadra tipo. Il problema è che le sedi di Villa, Palmi, Polistena, Siderno, Bianco e Melito, distano tra loro almeno 35 Km, quindi nei numerosi casi in cui si deve aspettare la squadra tipo per operare in modo determinante, il soccorso avverrà in tempi elevatissimi».
«Gli interventi tecnici dei vigili del fuoco – spiega Mallamaci – si limitano ai compiti di carattere strettamente urgente, con un servizio di soccorso pubblico immediato ed efficiente, i vigili in partenza ridotta, non esiteranno a mettere a rischio la propria sicurezza nel caso fossero in pericolo delle vite umane, nonostante le disposizioni del loro comandante». «La realtà è che il comando dei vigili del fuoco di Reggio Calabria, per poter garantire la funzionalità del soccorso urgente, ha bisogno di altri vigili del fuoco, di un maggior numero di personale con la qualifica idonea per la conduzione delle squadre, di un parco automezzi appropriato e funzionante, di attrezzature all’avanguardia. Insomma, il contrario della situazione attuale». «Per questi motivi – conclude il cordinatore provinciale – l’Unione sindacati di base di Reggio Calabria ha proclamato lo stato d’agitazione in modo unitario con Fp-Cgil e Fns Cisl. L’unione sindacale di base vigili del fuoco precari della regione Calabria ha, inoltre, proclamato lo stato d’agitazione per rivendicare – conclude – la stabilizzazione».

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