LAMEZIA TERME Lamezia caput Calabria. La campagna di assunzioni avviata da Pasqualino Ruberto sembra non conoscere soste. E, anche stavolta, a beneficiarne è soprattutto Lamezia Terme, la città in cui il presidente della Fondazione Calabria etica sarà presto candidato a sindaco (si voterà in primavera). Tra il dicembre e il gennaio scorsi, infatti, Ruberto ha messo sotto contratto altri 54 collaboratori a tempo determinato, che vanno ad aggiungersi ai circa 250 “assunti” a novembre, mese in cui la Calabria è ritornata alle urne per il rinnovo del consiglio regionale.
Ma, archiviata la (prima) fase elettorale, il recruitment di Ruberto non si è arrestato, anzi. Il Corriere della Calabria ha avuto modo di visionare nuovi documenti, che testimoniano come siano stati almeno 41 i precari che hanno ottenuto un contratto ex novo o un rinnovo a dicembre e 13 a gennaio. Il costo dell’ennesima infornata di personale è notevole: un milione e mezzo di euro.
Solo a partire da dicembre, l’ente in house della Regione ha dato via libera a nuovi rapporti di lavoro per un costo che si aggira sul milione e 300mila euro. A gennaio la spesa è stata invece più contenuta: 153.300 euro.
Ben vengano le assunzioni, soprattutto se l’impiego è destinato a ridurre, seppur temporaneamente, la massa perennemente in crescita della disoccupazione regionale. Epperò Ruberto, su 409 comuni calabresi, sembra avere una spiccata predilezione proprio per Lamezia, alla cui comunità tra poco chiederà il consenso per conquistare la poltrona di primo cittadino.
ÜBER ALLES
Su 13 contratti siglati a gennaio, 5 (cioè il 38%) sono stati sottoscritti da cittadini residenti nella città della Piana, per un costo superiore ai 112mila euro sui 153 totali spesi nel primo mese dell’anno. Gli altri 8 incarichi se li dividono Catanzaro (5), Reggio Calabria (1), Mileto (1) e Settingiano (1).
La tendenza diventa ancora più evidente se si analizzano i dati di dicembre. Su 41 neo co.co.pro., 23 (il 56%) vengono proprio da Lamezia. Per loro Calabria etica si è impegnata a versare circa 771mila euro. Significa che, del milione e mezzo “investito” per gli stipendi dei dipendenti scelti tra dicembre e gennaio, più di 880mila euro (quasi il 59%) finiranno nelle tasche di abitanti della terza città della Calabria. Che, in termini numerici, spicca su tutte le altre.
Lamezia über alles: basti pensare che, da dicembre in poi, oltre ai 23 collaboratori della Piana, hanno iniziato a lavorare solo residenti di Catanzaro (2), Reggio (1), Vibo (1), Serra San Bruno (2), Caraffa (2), Nocera Terinese (1), Davoli (1), Satriano (1), Spilinga (1), Maida (1), Pedace (1), Ferruzzano (1), Soverato (1), Mileto (1) e Corigliano (1).
I CONTRATTI
I contratti – e questa è una costante per la Fondazione – variano molto, in termini di durata come di retribuzione. La maggior parte dei precari è riuscita ad assicurarsi un lavoro per un anno (tendenzialmente, da gennaio a dicembre 2015), anche se gli stipendi sono parecchio diversi tra loro: c’è chi incamera 36mila euro e chi 18mila, i più si attestano sui 24mila.
I compensi più bassi e i contratti più brevi vanno, perlopiù, ai residenti extra Lamezia. I più alti e duraturi sono, quindi, appannaggio dei concittadini di Ruberto. Alcuni dei quali si sono accaparrati un triennale compreso tra i 71.550 e i 57mila e 290 euro.
LE ECCEZIONI
Come spesso succede, alcuni sono privilegiati rispetto ad altri. È il caso di un co.co.pro. di Lamezia, che ha sottoscritto un’intesa di tre anni alla cifra di 114mila euro, poco più di tremila euro al mese. Una circostanza singolare, per certi versi: lo stesso collaboratore ha avuto la fortuna di avere un nuovo contratto proprio mentre ne aveva in corso un altro, meno vantaggioso dell’attuale e in scadenza il 31 dicembre 2014, a un costo di 28mila euro. La cessazione della vecchia intesa ha permesso un prolungamento del rapporto di lavoro e, in più, maggiori soddisfazioni economiche per quello che sembra un precario a dir poco “speciale”.
IL PRECEDENTE
La “questione etica” ha la sua appendice principale nel mese di novembre: 30 giorni durante i quali Ruberto ha firmato circa 250 contratti di lavoro in prossimità delle elezioni regionali.
L’aspirante sindaco di Lamezia, anche in quel momento, aveva preferito circondarsi di collaboratori provenienti per la gran parte da Lamezia e dai territori che ricadono all’interno del collegio Centro (Catanzaro-Vibo-Crotone). Quello in cui era candidato, come consigliere regionale, Nazzareno Salerno, in quel periodo assessore calabrese al Lavoro. Lo stesso “dicastero” cui fa capo la Fondazione Calabria etica.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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