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Droga negli States, gli Ursino a processo

REGGIO CALABRIA Non si salva nessuno dall’udienza preliminare di fronte al gup Domenico Santoro, chiamato a decidere chi degli indagati della maxioperazione antidroga “New bridge” dovesse andare a …

Pubblicato il: 03/02/2015 – 18:15
Droga negli States, gli Ursino a processo

REGGIO CALABRIA Non si salva nessuno dall’udienza preliminare di fronte al gup Domenico Santoro, chiamato a decidere chi degli indagati della maxioperazione antidroga “New bridge” dovesse andare a processo. A partire dal prossimo 16 aprile dovranno affrontare le accuse loro contestate in tribunale Carlo Brillante, classe 1965, Daniele Covotto, Bledar Halili, Cosimo Ienco, Vincenzo Perrelli, Daniele Lacatus, Andrea Memmolo, Nicola Antonio Simonetta, Mario Ursini, classe 1950, Francesco Ursino, classe 1982 e Francesco Vonnella. Prima di loro, dovranno invece ripresentarsi di fronte al gup per affrontare il processo con il rito abbreviato Carlo Piscioneri, Giovanni Morabito, Eugeni Ignezi, Nicola Carrozza, Antonino Francesco Tamburello, Domenico Geranio, Cosimo Marando.
Per il giudice, sono tutti a vario titolo coinvolti nell’organizzazione transnazionale dedite al traffico di stupefacenti e al riciclaggio di denaro che gli Ursino di Gioiosa Jonica avevano costruito fra la Calabria e gli Stati Uniti, grazie all’accordo con i Gambino, storica famiglia della mafia di New York. Due storici sodalizi criminali che hanno saputo mettere insieme specificità e competenze – da una parte «la consistenza e la potenza dei contatti illeciti tenuti oltreoceano dai Gambino nel settore del narcotraffico internazionale e, dall’altra, la capacità organizzativa e il capillare controllo del territorio del sodalizio calabrese, capace di allestire una ramificata rete logistica e di distribuzione dello stupefacente» – per mettere in piedi un solido e assolutamente nuovo canale di traffico fra Nuovo e Vecchio continente.
Frutto anche degli accordi per la collaborazione e lo scambio di investigatori esperti nella lotta alla criminalità di tipo mafioso fra Italia e gli Stati Uniti, avviato nell’ambito del protocollo “Phanteon” del ministero dell’Interno, l’indagine ha visto impiegati anche agenti sottocopertura italiani del Servizio centrale operativo – guidato da Andrea Grassi, responsabile del secondo settore operativo, e statunitensi dell’Fbi – che hanno permesso il sequestro di ingenti quantità di droga, come di sventare la consegna di container, che dalla Guyana avrebbero dovuto raggiungere il porto di Gioia Tauro, con dentro centinaia di chili di cocaina, destinata a giungere in Italia sciolta in barattoli di cocco e ananas.

 

Alessia Candito

a.candito@corrierecal.it

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