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Truffe «seriali» all’Ue, arrestato il sindaco di Nardodipace

VIBO VALENTIA Quei fondi sarebbero dovuti servire a risollevare un territorio marginale ed economicamente debole e invece, secondo il procuratore Mario Spagnuolo, sono finiti nelle tasche dei solit…

Pubblicato il: 03/02/2015 – 6:59
Truffe «seriali» all’Ue, arrestato il sindaco di Nardodipace

VIBO VALENTIA Quei fondi sarebbero dovuti servire a risollevare un territorio marginale ed economicamente debole e invece, secondo il procuratore Mario Spagnuolo, sono finiti nelle tasche dei soliti noti. Al centro dell’operazione portata a termine oggi da carabinieri e guardia di finanza ci sarebbe una «pluralità di truffe seriali» a danno della Regione, dello Stato e dell’Ue. Presunte truffe che ammonterebbero a centomila euro: secondo l’accusa, gli indagati si sarebbero appropriati di fondi pubblici finalizzati all’organizzazione di corsi di formazione per la creazione di posti di lavoro. Il provvedimento firmato dal gip Annalisa Gualtieri ha disposto gli arresti domiciliari per il sindaco di Nardodipace, Romano Loielo, 42 anni, appuntato della guardia di finanza in aspettativa da anni, che secondo la Procura di Vibo avrebbe sfruttato la sua funzione pubblica per avere accesso «rapido e privilegiato» a informazioni sui bandi che prevedevano incentivi economici nell’ambito del Por Calabria Fse 2007/2013. Nella stessa operazione sono finiti ai domiciliari anche Romolo Tassone, Fabio Rullo e Mario Carrera, titolari delle ditte e delle associazioni che hanno ottenuto incentivi pubblici dichiarando attività che, secondo gli inquirenti, erano fittizie. Lo stesso sindaco, candidato (non eletto) con Fratelli d’Italia alle recenti regionali, risulta titolare dell’associazione di volontariato “Corpo volontari di protezione civile Dolmen”; Tassone, ex vicesindaco e figlio del presunto capo del locale di ‘ndrangheta di Cassari, Rocco Bruno – arrestato nell’operazione Crimine –, è rappresentante legale dell’Associazione sportiva Allarese; a Rullo è riconducibile l’associazione culturale di volontariato “circolo Acli San Todaro”; Carrera è il titolare del ristorante-pub Ascot. Le quattro associazioni  hanno partecipato a un avviso pubblico regionale per la concessione di incentivi per borse lavoro, integrazioni salariali e formazione continua, e hanno poi comunicato alla Regione l’avviamento di tirocini formativi alla luce dei quali percepivano un contributo – relativo solo alle borse lavoro – di 24.300 da dividere tra i tirocinanti. Ma, secondo la Procura, che si è avvalsa del lavoro investigativo della guardia di finanza e dei carabinieri della compagnia di Serra San Bruno, i tirocini erano fittizi e nessuna delle attività previste veniva realmente svolta. Dai sopralluoghi dei militari della stazione di Nardodipace, tra l’altro, emergeva come nelle sedi legali e operative indicate, in alcuni casi residenze private, non ci fosse alcuna attività di formazione e mancasse anche la minima pubblicizzazione dei finanziamenti europei percepiti. Inoltre, benché in alcuni casi fosse stata comunicata al Centro per l’impiego l’assunzione dei tirocinanti, ai carabinieri al momento dei controlli è stato riferito che nelle attività in questione non erano impegnati lavoratori dipendenti nè collaboratori esterni. Nella sede dell’associazione di cui è rappresentante legale lo stesso Loielo, poi, i militari hanno notato la presenza di più insegne (“studio dentistico”, “associazione sportiva Nardocalcio”, “protezione civile Alleanza per il territorio”), delle quali però nessuna riguardava il “Corpo volontari di protezione civile Dolmen”. All’interno dei locali, invece, è stato trovato uno studio dentistico – era presente l’odontoiatra Placido Morgante (nato a Sinopoli e residente a Palmi) che ha dichiarato di non essere il titolare – in cui i Nas hanno rilevato scarsa igiene e carenze strutturali dei locali.

Agli inquirenti non è sfuggito che molte delle istanze inviate alla Regione e finite al centro dell’inchiesta siano state trasmesse dallo stesso luogo, nella stessa data e con orari consecutivi, e che a seguito dei primi controlli della polizia giudiziaria i dipendenti si siano dimessi a poca distanza temporale l’uno dall’altro. «L’accordo – scrive il gip – nasce in seno e tra gli amministratori del Comune di Nardodipace (tra gli indagati c’è anche l’assessore Maurizio Maiolo, ndr), in ragione della prossimità all’accesso ad informazione rapide e privilegiate in ordine all’esistenza dei bandi relativi agli incentivi, con un innegabile ruolo di primo piano rivestito da Loielo, al fine di trarre illecito profitto dalla indebitab percezione di contributi europei: la condotta è tanto più fraudolenta laddove si consideri che gli indagati figurano in tutti gli statuti delle 4 ditte partecipanti al progetto ed ammesse e che, al fine di aggirare il divieto imposto dall’art. 5 dell’avviso pubblico e trarre in inganno l’ente controllante ed erogatore, hanno indicato quali borsisti e/o lavoratori consorti, affini o parenti dei rappresentanti legali delle altre ditte ammesse».

 

SPAGNUOLO: «L’INDAGINE METTE A NUDO GLI ILLECITI DELLA POLITICA»
«È un’indagine che mette a nudo comportamenti di tipo illecito molto gravi, anche perché commessi in un contesto particolare e da esponenti della politica. L’inchiesta è partita dall’acume investigativo di un bravissimo maresciallo dell’Arma, comandante della stazione di Nardodipace, che è riuscito a intuire i comportamenti criminosi degli indagati, capirli e sviluppare un percorso investigativo. A questo si aggiunge il lavoro di una piccolissima unità della sezione di polizia giudiziaria della Finanza in forza alla Procura, eseguito con scrupolo e intelligenza e consultando le banche dati. Il nostro intervento ha così impedito – ha concluso il Procuratore di Vibo – che altre iniziative similari potessero essere reiterate, prevenendo danni per 600-700mila euro e circoscrivendo la truffa a 100mila euro».

 

Sergio Pelaia
s.pelaia@corrierecal.it

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