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Crotone, Legambiente: «Incomprensibile la chiusura del Nise»

CROTONE «La chiusura del Nisa, il Nucleo igiene sanità e ambiente di Crotone, costituisce l’ennesima beffa per questo territorio e rappresenta il cedimento di fatto della lotta contro i reati in ca…

Pubblicato il: 04/02/2015 – 11:48
Crotone, Legambiente: «Incomprensibile la chiusura del Nise»

CROTONE «La chiusura del Nisa, il Nucleo igiene sanità e ambiente di Crotone, costituisce l’ennesima beffa per questo territorio e rappresenta il cedimento di fatto della lotta contro i reati in campo ambientale e sanitario. Un indebolimento al contrasto alle ecomafie in cui prosperano anche le ‘ndrine calabresi». È quanto si legge in una nota di Legambiente Calabria. «Crotone – prosegue la nota – rappresenta un’area del Paese in cui insistono emergenze ambientali gravissime, che continuano a non trovare risposte efficaci e immediate e che neppure suscitano la giusta attenzione delle istituzioni. Nel nome di un risparmio annunciato e di una spending review, che si guarda bene dal toccare gli interessi delle lobbie, il Nucleo investigativo sanità e ambiente di uno dei territori più inquinati d’Italia viene soppresso».
«Questo – afferma Francesco Falcone, presidente di Legambiente Calabria – è uno degli atti che non condividiamo nella logica dei tagli del governo Renzi e che certamente non fa cambiare verso all’Italia tantomeno alla Calabria. Il Nisa ha rappresentato, e dovrebbe continuare a rappresentare, un presidio di legalità. Pur essendo composto da tre soli operatori, in diciassette anni di attività ha tirato fuori inchieste estremamente complesse a tutela della salute dei cittadini».
«È del Nisa l’inchiesta Black mountains – afferma Francesca Travierso, presidente del circolo Ibis di Crotone – che ha fatto letteralmente tremare l’Eni rivelando l’esistenza di un sistema di smaltimento illecito di rifiuti industriali che ha inquinato mezza provincia. Sono del Nisa – prosegue la nota – le inchieste su depurazione, discariche abusive, morti da amianto; attività più o meno complesse che in alcuni casi avrebbero meritato maggiore attenzione e fortuna nelle aule in cui si amministra la Giustizia. Ebbene, in un territorio interessato da ogni tipo di reato ambientale, in cui esiste un’area Sin enorme e un’area extra-Sin da bonificare altrettanto grande, un territorio in cui le malattie con potenziali cause ambientali sono in drammatico aumento, ecco che si sceglie di “risparmiare” sul Nisa, dunque – conclude la nota – sulla sicurezza ambientale e sulla salute dei cittadini».  

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