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Kpmg prima di tutto

di Paolo Pollichieni   Si scrive emergenza sanitaria in Calabria, si legge Kpmg. E più l’emergenza resta tale, più Kpmg aumenta il proprio fatturato milionario in Calabria dando in cambio, que…

Pubblicato il: 07/02/2015 – 5:00

di Paolo Pollichieni

 

Si scrive emergenza sanitaria in Calabria, si legge Kpmg. E più l’emergenza resta tale, più Kpmg aumenta il proprio fatturato milionario in Calabria dando in cambio, questo va riconosciuto, anche qualche remuneratissimo posto di lavoro che, ma solo per una pura coincidenza, è riconducibile al famiglio dei top manager della Regione Calabria.
Intendiamoci, non è solo la nostra terra lo scenario del trionfo di Kpmg. Questa, ormai, ha le mani in tutte le principali partite economiche del Paese. Al punto da dare l’impressione di sostituirsi, spesso e volentieri, alle stesse istituzioni che è chiamata ad affiancare. Il potere della multinazionale della consulenza Kpmg, infatti, non sembra proprio conoscere sosta e confini. Quello nel settore sanitario, però, resta l’affare migliore messo a segno in ordine di tempo. E va avanti ormai da più di un lustro, vale a dire da quando la società si è aggiudicata un superappalto del Tesoro per il servizio di consulenza a beneficio delle regioni alle prese con i piani di rientro dal deficit sanitario. Una vicenda dove ballano miliardi di euro di buchi di bilancio in cui rischiano di sprofondare sette regioni: Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Piemonte e Sicilia. Il valore stimato della consulenza, assegnata proprio alla Kpmg (in compagnia di PricewaterhouseCoopers ed Ernst & Young), è di 38 milioni di euro (pagati dalle Regioni). E non è la prima volta.
La Consip, società del Tesoro che ha curato la procedura, già nell’ottobre del 2011 aveva assegnato lo stesso servizio sempre a Kpmg. Si tratta di un bis, quindi, che fa capire come ormai in Italia la questione dei debiti sanitari passi non solo dalle mani delle Regioni, ma anche (e forse soprattutto) da quelle della multinazionale della consulenza. Del resto basta andare a leggere il capitolato tecnico per rendersi conto dei poteri che la società avrà ancora una volta in mano. Il servizio, infatti, consiste nel «supportare le Regioni nelle attività connesse al raggiungimento degli obiettivi di risanamento dei conti, riorganizzazione e riqualificazione dei servizi sanitari interessati». Tra le attività di consulenza, per entrare più nel dettaglio, ci sono «le procedure di ricognizione e riaccertamento dei debiti sanitari pregressi, di certificazione, di gestione amministrativa e contabile delle risorse derivanti dai prestiti sottoscritti».
In un puntiglioso articolo, Stefano Sansonetti già aveva avuto modo di sottolineare l’inarrestabile ascesa della Kpmg annotando: «Sono in tanti ad affidarsi alla multinazionale guidata in Italia da Franco Masera, un Ciampi boy, da una vita in Kpmg e fratello dell’ex ministro del Bilancio Rainer Masera. Per esempio c’è la Cassa depositi e prestiti, controllata dal Tesoro, che nei mesi scorsi ha versato alla società 4,5 milioni di euro per servizi come «indagini di natura patrimoniale e finanziaria», «redazione di perizie» e «supporto nelle valutazioni richieste dai principi contabili internazionali». Di più, perché la Kpmg ha di fatto dedicato un suo uomo, Alessandro Carpinella, alle attività della strategica Cassa. E che dire dell’Inps? Da un documento di Kpmg pubblicato nel 2011 si apprende per esempio che il gruppo ha sviluppato per l’ente previdenziale «un supporto nella gestione e controllo dei fondi per il welfare».
Senza contare che la multinazionale nel marzo scorso si è aggiudicata un lotto di un superbando Inps (che complessivamente valeva 170 milioni di euro) per un servizio di manutenzione del software applicativo dell’ente presieduto da Antonio Mastrapasqua.
Una presa sull’Istituto che nel 2012 entrò nel mirino di un’interrogazione dell’allora senatore dell’Idv Elio Lannutti, il quale chiese conto al ministero del Lavoro di come «la Kpmg sia penetrata all’interno delle attività nevralgiche dell’istituto». In Calabria le cose vanno ancora meglio, a patto ovviamente che la Regione non esca mai dall’emergenza che, si badi bene, non è solo legata allo sforamento dei conti. Quello che pochi sanno, infatti, è che se anche la Regione Calabria raggiungesse in alcuni mesi il pareggio di bilancio, con riferimento alla sanità, il commissariamento resterebbe prorogato ugualmente e per almeno altri tre anni. Infatti occorre che anche la ristrutturazione della rete di assistenza territoriale sia ultimata e in Calabria, invece, dopo il primo atto che ne indicava strategie e forme, la nuova rete di assistenza territoriale non è mai stata varata.
Insomma finché c’è emergenza per chi sta dietro Agenas e Kpmg, c’è lavoro, un lavoro eterodiretto da Roma ma il cui saldo viene fatto pagare ai bilanci della Regione Calabria.
È per questo che Mario Oliverio insiste nel non voler cedere ad altri il ruolo di commissario per l’emergenza sanitaria e, probabilmente, è per questo che Roma il rischio che qualcuno metta fine davvero all’emergenza non vuole proprio correrlo.

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