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La maledizione del Pd vibonese

È la maledizione del Partito democratico Vibo Valentia, almeno fin quando il Partito democratico non deciderà di prendere una ramazza e dare una bella ripulita da quelle parti. Meglio che si affret…

Pubblicato il: 08/02/2015 – 8:06
La maledizione del Pd vibonese

È la maledizione del Partito democratico Vibo Valentia, almeno fin quando il Partito democratico non deciderà di prendere una ramazza e dare una bella ripulita da quelle parti. Meglio che si affretti a farlo se vuole che sia la politica a risolvere una questione delicata che sempre più scivola verso interesse di altre istituzioni come la magistratura, penale e contabile.
Dietro l’infornata di 32 collaboratori esterni che il Commissario Straordinario Antonino Daffinà regala all’Aterp di Vibo Valentia, deliberando sul filo di lana rispetto alla decisione della Giunta regionale guidata da Mario Oliverio di mandarlo a casa, c’è anche un pezzo di quel Pd che a Vibo continua a inciuciare con pezzi di Forza Italia, Nuovo centrodestra e reduci del peggiore Udc.
Non lo si evince solo scorrendo i nomi dei reclutandi ma anche seguendo la tortuosa strada che ha portato al blitz dei giorni scorsi. A protezione di Daffinà e a dettargli il compitino delle assunzioni da sottoscrivere, c’è la stessa raccogliticcia coalizione trasversale che sponsorizza uno dei candidati alle primarie del centrosinistra. Insomma un pezzo del Pd alleato con gli avversari del Pd per far fuori un candidato di area Pd. Cos’altro deve avvenire perché si prenda la ramazza e si dia una ripulita a Vibo e dintorni?
Mario Oliverio la sua parte ha iniziato a farla proprio mandando a casa il commissario Daffinà. Adesso tocca alla segreteria nazionale e regionale del Pd, prima che sia troppo tardi.
Ma torniamo al blitz degli esperti esterni reclutati dal commissario Daffinà quando già era con le valigie in mano. Il piano era antico e doveva servire a puntellare il cartello elettorale di riferimento in vista delle elezioni regionali. Il Corriere della Calabria lo aveva rivelato già la scorsa estate: era accaduto che subito dopo il suo insediamento il commissario dell’Aterp di Vibo aveva scoperto che era urgente la realizzazione di un “Progetto di ricognizione, regolarizzazione giuridica, valorizzazione e gestione amministrativa del patrimonio immobiliare delle Aterp”. Dopo avere fatto questa scoperta, ha provveduto, Daffinà, ad autorizzare la realizzazione di tale progetto e indovinate chi autorizzava? Se stesso. Proprio così, con una delibera che è il massimo dell’autocelebrazione, adottata il 17giugno scorso, Daffina dispone di “autorizzare l’Ufficio del Commissario Straordinario alla sottoscrizione dei contratti a progetto con il personale esterno che lo stesso riterrà di voler utilizzare, per un massimo di n. 32 unità lavorative”. E siccome l’ufficio del Commissario Straordinario è da lui retto, ecco che lui stesso si autorizza a procedere nel reclutamento. E già che si trova si autorizza anche a “l’utilizzo delle risorse economiche necessarie per il personale esterno, nella misura di n. 32 unità lavorative pari a complessivi € 250.000,00”.
Il giorno dopo, e poi cianciamo sulle lentezze della burocrazia (sic!), la delibera era già stata trasmessa ai revisori dei conti e da questi vistata debitamente.
Non altrettanto celere è stato il reclutamento dei 32 “esterni”, scivolato da giugno sino ai giorni nostri. Daffinà, assicura che sono state rispettate procedure e norme, che una commissione intergalattica ha provveduto a colloqui assolutamente impeccabili e che anche la diffusione del bando di reclutamento e dei requisiti richiesti è stata caratterizzata da una pubblicizzazione se non planetaria certamente congrua. È solo maledetta coincidenza se i nomi dei reclutandi coincidono con quelli di ex amministratori e dirigenti di partito equamente divisi tra Nuovo centrodestra, Udc e quel pezzo del Pd che tanto piace ai “diversamente renziani”.
Divisi ma pronti a fare fronte comune alle imminenti elezioni comunali di Vibo.

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