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I tre capisaldi di Oliverio

REGGIO CALABRIA La nuova Calabria, il new deal oliveriano. Per il governatore, a due mesi e mezzo dalle elezioni, è il giorno dei proclami e degli annunci sui progetti futuri. Il “programma di gove…

Pubblicato il: 09/02/2015 – 15:24
I tre capisaldi di Oliverio

REGGIO CALABRIA La nuova Calabria, il new deal oliveriano. Per il governatore, a due mesi e mezzo dalle elezioni, è il giorno dei proclami e degli annunci sui progetti futuri. Il “programma di governo”, illustrato per più di un’ora e mezza in consiglio regionale, è adesso un impegno ufficiale, articolato secondo tre direttrici: Mediterraneo, difesa del suolo e patrimonio culturale. Il documento è stato approvato con i voti dell’intera maggioranza. Astenuti i tre consiglieri di Ncd e quelli di Forza Italia, a esclusione di Fausto Orsomarso e Mimmo Tallini. Che hanno votato contro così come i rappresentanti della Casa delle libertà.
Non c’è più da aspettare, per Oliverio, è tempo di una seria stagione di riforme, che cambi la stessa governance regionale e che si concentri sulla lotta agli sprechi. Un discorso a tutto campo, quello del presidente della giunta: dalla solidarietà sociale all’economia, dallo sviluppo economico a un nuovo senso etico della politica, dalla disoccupazione alla “fuga dei cervelli”. «La Calabria rischia di perdere i giovani», dice Oliverio. Ecco perché il programma regionale è articolato «in politiche pubbliche da mettere in atto come azioni strategiche». La frontiera dello sviluppo sarà il Sud. È a partire da queste premesse – secondo Oliverio – che il futuro del Mezzogiorno e della Calabria può concretizzarsi: «Allargarsi all’Europa e al Mediterraneo, connettere servizi e reti. Da qui passa la crescita della nostra regione. Non ci arrendiamo alla crisi». 
Ma Oliverio non nasconde la complessità della sfida: «Dobbiamo essere sinceri, non siamo Re Mida, ma siamo convinti di poter dare un contributo per rimettere in piedi la Calabria». E ancora, il governatore sogna una «Calabria unita dal Pollino all’Aspromonte e libera dai campanilismi, che possa essere protagonista della rinascita dell’intero Paese». Per farlo non basta un uomo solo al comando, «ma il lavoro di una comunità intera che si impegna per un nuovo sviluppo». 
Come centrare l’obiettivo? Sanando gli squilibri sociali, dicendo «la verità ai cittadini, senza fare promesse impossibili, ripensando il rapporto tra istituzioni e persone. Solo così potremo avere un nuovo orizzonte e abbracciare una meta, oltre le difficoltà e le spinte contrarie». Il risultato finale non potrà che essere positivo: «Improvvisamente – insiste Oliverio – ci accorgeremo che non siamo una terra periferica, ma un crocevia di scambi e ponte mediterraneo verso il mondo. Non siamo uno sfasciume pendulo sul mare, come siamo stati definiti».
Non ci sarà, però, nessuna innovazione «senza una responsabilizzazione collettiva. È la nostra ambizione: sollecitare l’orgoglio dei calabresi e metterlo al servizio di un grande progetto di cambiamento. La trasparenza e la legalità devono essere la bussola dell’agire del governo. La nostra Regione si opporrà alla ‘ndrangheta e a tutta la cultura mafiosa; dovrà essere trasparente e dare certezze ai cittadini; ogni intervento pubblico dovrà essere completato nei tempi stabiliti. Lavoreremo a una nuova immagine della Calabria, scacciando quella vecchia di “regione canaglia”. Vogliamo un terra che sia accogliente e attraente per tutti, che deve uscire una volta per tutta dalla mappa degli stereotipi. 

 

L’AVVENIRE DI GIOIA Oliverio dedica grande attenzione al porto di Gioia Tauro, messo al centro di un programma in 5 azioni: cioè Zes, gateway, transhipment, Sistema portuale calabrese (che valorizzi gli scali di Villa San Giovanni, Crotone e Corigliano), formazione e informazione. «Solo così – spiega il governatore – Gioia può diventare asse portante di sviluppo. La Calabria non può attendere risposte, deve proporre e avere un proprio punto di vista, presentandosi a Roma o a Bruxelles con le carte in regola e le idee chiare». La nascita della Zona economica speciale, soprattutto, deve essere preceduta da una fitta collaborazione con gli organi europei, che «vengono ancor prima dei progetti di legge da discutere in Parlamento. La proposta va accompagnata con politiche di convergenza, realmente in grado di realizzare politiche occupazionali». La città della Piana e il suo porto, dunque, finalmente lontani dal deserto economico nel quale sono sprofondati. Oliverio non ha dubbi: «Gioia sarà anche il banco di prova della Città metropolitana di Reggio».

 

TURISMO E LAVORO E se il turismo è un «capitale straordinario da mettere a sistema e da valorizzare», per il governatore è necessario cambiare registro anche nel campo della formazione professionale. «La finalità ultima deve essere l’occupabilità», aggiunge Oliverio, che evidenzia il tasso monstre di disoccupazione, soprattutto giovanile, raggiunto dalla Calabria. «La desertificazione – continua il presidente della Regione – è avanzata a grandi passi. La crisi è profonda e bisogna mettere in campo politiche attive per il lavoro e semplificare la burocrazia per aiutare le imprese. La nuova frontiera sarà l’agenda digitale, le start up e l’innovazione, le infrastrutture e i servizi. Di più: sostegno all’agricoltura e alle nuove aziende, al commercio e all’artigianato, diversificazione dell’offerta turistica. «Rafforzare il settore balneare e puntare anche a quello religioso ed enogastronomico, puntando sull’accessibilità e l’autenticità». Oliverio promette anche un nuovo impegno per il completamento dell’A3 e della Statale jonica e nuove politiche per il trasporto pubblico locale. Prioritario anche il ripristino dei collegamenti a lunga percorrenza.  

 

RIFIUTI È la questione più critica. Oliverio propone un diverso approccio al sistema rifiuti, per trasformare «un rischio in una grande opportunità». Partendo, innanzitutto, dalla fine dello stato d’emergenza, da realizzare «nel più breve tempo possibile». Per questo ci sarà un «nuovo piano regionale sui rifiuti», il cui punto nevralgico sarà la raccolta differenziata spinta. «La giunta ha proposto l’immediata esecuzione di 56 milioni per la manutenzione degli impianti esistenti, azione che andrà di pari passo con la costruzione di una nuova rete impiantistica». Ci sarà anche una task force che lavorerà a un sistema avanzato di raccolta e smaltimento. 

 

SANITÀ Altro punto dolente: la sanità. Oliverio propone un nuovo piano per la salute per la «riorganizzazione del sistema» che faccia leva su servizi integrati. Capitolo ulteriore: la realizzazione dei 4 nuovi ospedali, «programmati da 7 anni e ancora fermi». Senza dimenticare il debito: «È necessario avviare riforme, in questi anni il deficit è stato il pretesto per non fare nulla», commenta il governatore. Che non dimentica neppure la necessità di ripensare l’assetto istituzionale in una nuova ottica di spending review unita a una maggiore efficienza: dalla Regione stessa alle Province, passando per gli enti strumentali e la «rotazione del personale».   
Il new deal può (finalmente) partire.

 

LE REAZIONI È Tallini ad aprire le ostilità: «Il programma di governo di Oliverio? Manca il cronoprogramma». Il consigliere regionale di Forza Italia sottolinea i ritardi con cui il governatore è arrivato a illustrare i suoi progetti per la Calabria, a circa due mesi e mezzo dalle elezioni del 23 novembre. «Oliverio – spiega – ha disatteso i tempi canonici, a partire dalle convocazioni delle sedute e dalla proclamazione della giunta». Tallini dà anche un’informazione all’Aula: lui e Orsomarso, per come comunicato dall’Ufficio di presidenza, sono stati finalmente accolti nel gruppo consiliare di Fi, dopo il cortocircuito dovuto a presunti ritardi nella presentazione delle adesioni. «Oliverio fa poco o nulla per la Calabria, e quello che fa è un disastro», chiosa ancora l’azzurro catanzarese, che dimostra di non gradire affat
to il Programma di governo del presidente della giunta.  Di tutt’altro segno il giudizio di Orlandino Greco (Oliverio presidente): «Qui c’è una squadra che vuole costruire il cambiamento. Oggi il governatore rivendica l’autonomia della Regione e l’azzeramento dell’illegalità». «A tre mesi dal voto la maggioranza non ha dato alla Calabria un governo stabile, è moralmente ingiusto», dice Giuseppe Mangialavori (Casa della libertà), secondo cui esiste un scarto insostenibile tra «i tempi della politica e le esigenze della regione». «Abbiamo tutte le carte in regola per governare la Calabria», gli fa eco Flora Sculco (Calabria in rete). Orsomarso (Fi) evidenzia la «scelta politica coraggiosa» di Oliverio nella scelta di Nino De Gaetano come assessore regionale, ma stigmatizza la «doppia morale» interpretata negli ultimi anni dalla sinistra.  Il programma di Oliverio individua le priorità e focalizza i temi più importanti della regione», prosegue Giuseppe Aieta (Pd), che dice di fidarsi quasi ciecamente dell’«esperienza poderosa» del governatore, che «si preoccupa di cercare una via d’uscita per la Calabria». «C’è da rimboccarsi le maniche». Esordisce così il capogruppo di Fi, Alessandro Nicolò, che definisce la vicenda Lanzetta «frutto della peggiore partitocrazia» e invita ironicamente Oliverio a far entrare nella sua giunta un altro ministro del governo Renzi, Maria Elena Boschi. Un pretesto per sottolineare la necessità di completare la giunta: «La Calabria ha bisogno di affrontare nel modo migliore le sue difficoltà». La relazione di Oliverio, secondo Sinibaldo Esposito (Ncd), è il «bollettino medico» di una regione che deve essere curata. Saluta la «mini-giunta regionale» anche Francesco Cannizzaro (Cdl), che critica le lungaggini di una maggioranza sempre più vittima di uno «sfaldamento» evidente e boccia senza appello «i primi 80 giorni del governo regionale». Giudizio nettamente contrario da parte di Sebi Romeo, neo capogruppo Pd: «L’opposizione a prescindere non fa bene alla Calabria. Le posizioni di Oliverio sono inattaccabili sul piano della trasparenza, della legalità e della legittimità». 

Pietro Bellantoni

p.bellantoni@corrierecal.it

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