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Legambiente: «Allarmante il dato sulla differenziata»

La percentuale negativa della Calabria, che segna un -0,33% di raccolta differenziata, passando dal 16,34% del 2012 al 16,01% del 2013, è «allarmante». È quanto sostiene Legambiente Calabria in mer…

Pubblicato il: 11/02/2015 – 14:07
Legambiente: «Allarmante il dato sulla differenziata»

La percentuale negativa della Calabria, che segna un -0,33% di raccolta differenziata, passando dal 16,34% del 2012 al 16,01% del 2013, è «allarmante». È quanto sostiene Legambiente Calabria in merito ai dati emersi dal recente rapporto Arpacal. «Sembrerebbe impossibile – si legge in una nota – considerando che al 31 dicembre 2012 la percentuale da raggiungere per legge doveva essere del 65% e ora la percentuale invece di migliorare registra un passo indietro che preoccupa per il futuro».
«Tutto questo – dichiara Andrea Dominjanni, vice presidente di Legambiente Calabria – è frutto della politica della corsa alle discariche che non è più giustificabile e realizzabile. Dopo quasi 20 anni di commissariamento e dopo una fase ordinaria che si è solo pensato a gestire l’emergenza senza offrire alternative valide al conferimento in discarica dei rifiuti tal quale, quelli non differenziati, motivo per cui l’Unione Europea ci considera fuori legge e ci espone a pesanti sanzioni per le infrazioni comunitarie».
In questi anni l’associazione ambientalista ha proposto alcune soluzioni ribadendo la necessità che la Regione si dotasse di impianti di compostaggio e destinare risorse adeguate per avviare la raccolta differenziata “porta a porta” spinta.
«In particolare – si legge ancora nella nota – a fronte delle circa 2250 tonnellate di rifiuto tal quale prodotto quotidianamente (su base annua di 365 gg), le capacità nominali di trattamento degli impianti si attestano sulle 1050 tonnellate, con un deficit di circa 1200 tonnellate al giorno. Conseguentemente, buona parte dei rifiuti urbani prodotti non ha possibilità di essere trattata in idoneo impianto e sino ad oggi sono stati conferiti direttamente in discarica come tal quale, in virtù delle ordinanze contingibili ed urgenti emesse dai vari presidenti della Regione che si sono succeduti e che non hanno fatto altro che aggravare e far collassare il già precario sistema di gestione. Ecco perché la Calabria, tenuto conto dell’attuale capacità di trattamento dell’impiantistica regionale, ha la necessità di ricorrere al recupero e/o allo smaltimento fuori regione».
«Il sistema impiantistico pubblico in Calabria – conclude Dominijanni – è assolutamente inadeguato e deve voltare pagina. Serve un programma straordinario di ammodernamento impiantistico finalizzato al nuovo scenario fondato sul riciclaggio e sulle auspicate politiche di prevenzione e riduzione che ad oggi sono ancora un miraggio. In questo nuovo scenario sarebbe fondamentale sbloccare i finanziamenti fermi alla regione e finalizzarli a nuove soluzioni impiantistiche territoriali a servizio del nuovo scenario di raccolta differenziata».

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