COSENZA «Mentre sull’altra sponda del Mediterraneo l’austerità e la crisi hanno condotto alla ricomparsa di forme di mutualismo, dalle nostre parti si vuole che le istituzioni pubbliche facciano fronte ai tagli promuovendo corsi di recupero a pagamento. Mentre Syriza crea e organizza quelle forme di mutualismo, i nostri parlamentari difendono chi adotta metodi di organizzazione scolastica non inclusivi». È quanto sostengono i Giovani democratici del circolo “Valarioti” di Cosenza, che commentano «con stupore» la scelta dei parlamentari calabresi del Pd di inviare un’interrogazione al ministro della Pubblica istruzione sulla sospensione della dirigente scolastica del liceo Fermi di Cosenza.
«A detta dei nostri rappresentanti – scrivono i Gd cosentini in una nota – la preside sarebbe vittima di una persecuzione da parte di una “sparuta minoranza sindacale”. Restando ai fatti ciò che è avvenuto è che un soggetto terzo, incaricato dal ministero, dopo un’ispezione ha sanzionato il comportamento della dirigente scolastica. Più che di persecuzione, si è trattato quindi di una dialettica in cui ciascuna delle parti non ha esitato ad utilizzare tutti gli strumenti che aveva a disposizione, e gli ispettori non hanno dato ragione alla preside, rilevando una situazione di conflittualità perenne. Nello scorso anno tutti i rappresentanti degli studenti in seno al Consiglio d’istituto hanno scelto di dimettersi, non reggendo la tensione che si era formata e che la dirigente scolastica non aveva saputo contenere».
Ma è soprattutto la scelta di avviare dei corsi di recupero a pagamento a provocare la reazioni dei giovani dem. «Non si può ammettere – affermano – che la scuola pubblica lasci indietro gli ultimi e i penultimi. È da quando inizia il percorso scolastico alle scuole elementari che le strade dei bambini tendono a dividersi in funzione delle condizioni sociali ed economiche dei genitori. Capita spesso che giovani vivaci e intelligenti perdano man mano il passo della classe: non perché non ne abbiano le capacità, ma perché non sono idoneamente seguiti dalle famiglie. Ed è così che persino i compiti a casa, come rilevato da Tullio De Mauro, diventano un ulteriore strumento di disparità, accrescendo il successo degli studenti dei ceti avvantaggiati e peggiorando i risultati degli altri. Nel bambino o nel ragazzo, che prima riusciva a partecipare attivamente alla vita della classe e che poi resta indietro perché non svolge i compiti a casa, si genera prima frustrazione e poi disinteresse. A livello aggregato tutto ciò incide pesantemente sulla mobilità sociale, cioè sulla perpetuazione della povertà e delle ingiustizie».
Da qui l’invito dei Gd l’invito ai parlamentari democratici calabresi ad «abbandonare la difesa d’ufficio della dirigente scolastica Bilotta e di avviare una battaglia per l’aumento delle risorse da destinare alla scuola».
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