REGGIO CALABRIA «Quando si votava per la nuova legge elettorale, i colleghi dove si trovavano?». Questo in sintesi l’interrogativo sollevato dal consigliere regionale di Forza Italia, Ennio Morrone che commenta la presa di posizione di alcuni esponenti politici contro l’esclusione di Wanda Ferro da Palazzo Campanella. In particolare Morrone attacca l’ex consigliere Geppino Caputo che «punta il dito sulla nuova legge elettorale e al contempo invoca l’intervento delle autorità inquirenti» ma «si ricordi di obiettare a distanza di diversi mesi dal varo del testo». «Non ha – si interroga il consigliere regionale – forse avuto modo di leggere la relativa documentazione di cui sono stati destinatari tutti i consiglieri regionali durante il consiglio nel quale si è approvata la variazione di legge? O forse, è, più semplicemente, un banale, e strumentale, tentativo di influenzare le decisioni del Tar chiamato a pronunciarsi, del cui giudizio di totale imparzialità siamo comunque certi?».
Per Morrone, inoltre, «destano più di qualche perplessità le affermazioni del collega Domenico Tallini che va dicendo, non si sa a che titolo, in diverse sedi, istituzionali e non, alla presenza di molti testimoni, che la dottoressa Ferro a giorni mi subentrerà». «Tallini – chiede il consigliere azzurro – prevede già la sentenza del Tar oppure è a conoscenza di cose che tutti gli altri ignorano? E questo accanimento tardivo è frutto di un ripensamento sulla sua condotta passata? Qualora abbia nutrito dei dubbi sulla bontà della legge elettorale, perché non li ha manifestati in tempo utile alla candidata di allora Wanda Ferro?».
Secondo l’esponente politico azzurro, «appare maldestro il tentativo di portare la questione da un piano squisitamente giuridico, ovvero applicazione della legge vigente, ad uno, presunto, politico». «Stamane, infatti, sempre Tallini – attacca Morrone – si è presentato negli uffici regionali dove, con poco garbo istituzionale, ha chiesto e ottenuto l’accesso gli atti inerenti la costituzione in giudizio della Regione in opposizione alla richiesta della Ferro, prassi questa abituale in casistiche del genere. Al di là di ogni sterile speculazione – conclude il consigliere di Forza Italia – la ratio, giusta o sbagliata che sia, che ha mosso la nuova legge elettorale è stata quella di tener conto del fatto che se prima, col voto disgiunto, il candidato governatore raccoglieva preferenze quasi esclusivamente a lui destinate, ora con il nuovo dispositivo di legge, non essendoci più tale possibilità per l’elettore, il candidato governatore raccoglie quasi esclusivamente voti derivati dalle preferenze date ai consiglieri e ai partiti».
x
x