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Ogni volta che la pioggia si fa più martellante, appena un fiume si ingrossa o la terra comincia a franare, vengono spazzate via anche quelle poche, fragili certezze che, in Calabria, sopravvivono …

Pubblicato il: 14/02/2015 – 10:59
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Ogni volta che la pioggia si fa più martellante, appena un fiume si ingrossa o la terra comincia a franare, vengono spazzate via anche quelle poche, fragili certezze che, in Calabria, sopravvivono come parentesi di quiete apparente tra una disgrazia e l’altra. D’altronde non può rimanere molto altro, oltre che la paura, in una terra che ha elevato il dramma a consuetudine, l’emergenza a sistema. Una terra in cui spostandosi di poche decine di chilometri si passa da spiagge assolate a montagne rigogliose: paesaggi unici che, però, mostrano i segni delle ferite inferte da un’antropizzazione che si è fatta spazio senza limiti né regole.
Eppure il 25 novembre 2010, Peppe Scopelliti e Stefania Prestigiacomo si ritrovavano nelle stanze del ministero dell’Ambiente per siglare l’Accordo di programma finalizzato alla programmazione e al finanziamento di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico. L’intesa istituzionale prevedeva 185 interventi da realizzare in Calabria, per un importo di 220 milioni di euro, la metà dei quali a carico della Regione Calabria, che avrebbe attinto ai fondi Fas 2007/2013. A distanza di 4 anni, dei 185 interventi previsti ne sono stati portati a conclusione solo 5, per un importo di 4 milioni di euro. Altri 22, per 26,5 milioni, sono tuttora in corso, e altri 36 (41 milioni) sono ancora in fase di gara. Per i restanti 122, finora non è stato fatto nulla. Mentre nel frattempo l’ufficio del commissario si è dotato di un ufficio con tutti confort, preso in affitto a Reggio Calabria, e ha assunto 18 tecnici.
Lo scorso 15 dicembre la Regione ha depositato una lista di progetti che prevedono una serie di interventi finanziabili con i fondi Por 2014/2020 che, se realizzati, dovrebbero andare a incidere notevolmente sulle aree a rischio. Nell’ambito di questa nuova programmazione, il fabbisogno calcolato per le frane è di 530 milioni di euro, quello per la sistemazione dei fiumi di 220 milioni e quello per la salvaguardia delle coste di 90 milioni di euro.
Intanto il capo di #italiasicura, Erasmo D’Angelis, lancia l’allarme sulla Calabria, «una bomba a orologeria». Il Corriere della Calabria ripercorre la lunga scia di disastri naturali che si è abbattuta sulla nostra regione e fotografa la mappa dei rischi che tuttora incombono sui territori.

 

(I servizi di copertina, a firma di Sergio Pelaia, Luigi de Angelis, Anna Foti ed Edoardo Trimboli, sono pubblicati sul numero 188 del Corriere della Calabria in edicola fino al 19 febbraio)

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