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Un dibattito surreale

Se il surreale dibattito politico di queste ore lo si fosse registrato ad agosto, avremmo pensato a un colpo di sole in capo ai protagonisti: Tallini accusa Oliverio di inciuciare con Morrone per i…

Pubblicato il: 14/02/2015 – 17:08
Un dibattito surreale

Se il surreale dibattito politico di queste ore lo si fosse registrato ad agosto, avremmo pensato a un colpo di sole in capo ai protagonisti: Tallini accusa Oliverio di inciuciare con Morrone per impedire che il ricorso al Tar di Wanda Ferro abbia successo e la porti in consiglio regionale al posto dello stesso Morrone, il quale ultimo considera diffamatorie le argomentazioni di Tallini e annuncia di volerlo querelare.
Una premessa: Mimmo Tallini appare ingeneroso se in questo periodo rivolge qualsivoglia accusa a Mario Oliverio. Il comunista venuto dal freddo, infatti, nelle ultime ore non fa che promuovere sul campo i fedelissimi di Tallini, basterebbe a provarlo la nomina a direttore generale “reggente” della Stazione unica appaltante di Mario Donato, una specie di “jolly” nella squadra di Tallini che lo ha piazzato sempre nei posti dove serviva un suo controllo politico diretto.
Poi una considerazione: se qualcuno ha aiutato Morrone, beh, forse, magari inconsapevolmente, è stato proprio Tallini, visto che quel pastrocchio di legge che per la prima volta lascia fuori dal consiglio regionale il capo dell’opposizione è stata da lui caldeggiata e votata.
A meno che non abbia ragione, e noi crediamo che ne abbia, il forzista Giuseppe Caputo, che chiede l’intervento della Procura della Repubblica, sostenendo che la legge votata in Consiglio era diversa da quella poi pubblicata e resa operativa.
Infine, è singolare che uno scandalo diventi tale solo dopo settimane dalla sua denuncia, a meno che non lo si voglia usare in modo strumentale per via di faide interne insorte successivamente.
Spieghiamo meglio: che l’esclusione di Wanda Ferro dal novero degli eletti in consiglio regionale fosse uno scandalo e anche peggio, cioè la più becera delle porcate portate a termine dalla presidenza Talarico del consiglio regionale in nona legislatura, ci fu chi, noi tra questi, lo sostenne già la notte delle elezioni quando un ammiccante Mario Magno dichiarò che la Ferro non sarebbe entrata in consiglio regionale. A chi chiedeva delucidazioni, e le registrazioni televisive sono lì a darne prova, il consigliere uscente Magno, compagno di lista di Wanda Ferro, disse tesualmente: «La legge votata in Consiglio bisogna vedere poi come è stata scritta».
Insomma, già qualcuno e da tempo sapeva che una mina era stata sistemata sotto la poltrona che doveva ospitare Wanda Ferro, posto che era scontata la vittoria di Mario Oliverio. E tuttavia Giuseppe Caputo e, sopratutto, Mimmo Tallini, attendono mesi e mesi prima di denunciare lo scandalo. E sopratutto Tallini attende lo scontro furibondo apertosi dentro Forza Italia per “scoprire” che Morrone avrebbe usurpato il posto che gli elettori avevano affidato a Wanda Ferro.
Mario Oliverio si chiama fuori e ha buon gioco nel sostenere, perché così è in effetti, che la costituzione nel giudizio davanti al Tar è un mero atto dovuto. E tuttavia non sarebbe male se Oliverio prendesse posizione chiedendo alla sua maggioranza e all’attuale presidente del consiglio regionale, Tonino Scalzo, di appoggiare la richiesta dell’ex consigliere Caputo perché si faccia chiarezza, indagando e chiedendo alla Procura di indagare su eventuali manomissioni del testo di legge elettorale che in Consiglio sarebbe stato votato in un modo e poi in sede di coordinamento e trascrizione confezionato in un altro.

In più, Caputo fornisce anche un particolare e una diretta testimonianza assolutamente non sottovalutabile: aveva convocato la commissione che doveva occuparsi del coordinamento formale, ma alla vigilia della sua riunione venne chiamato dall’allora presidente del Consiglio Talarico che gli disse di astenersi perché ci avrebbe pensato la Conferenza dei capigruppo. Non occorre scomodare grandi giuristi per capire che era una grave forzatura avendo, la Conferenza dei capigruppo, competenza solo nell’organizzazione dei lavori del Consiglio e non già nel merito della fattura delle leggi. Ma tant’è, così andarono le cose.
E torniamo al surreale dibattito politico odierno: smetta Tallini di pretendere che Morrone ammetta di essere il beneficiario di una porcata in danno di Wanda Ferro. Smetta Morrone di far finta che non è accaduto niente e che la sua poltrona sia frutto della volontà popolare. Smetta Oliverio di pensare che un vulnus alla democrazia, solo perchè accaduto nella precedente legislatura, non abbia ripercussioni anche su quella che lo vede governatore.

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