Per Abramo anche la grana "quote rosa"

CATANZARO Non c’è pace per Sergio Abramo. Dopo tre mesi di discussioni e calcoli che hanno portato a rimpolpare la giunta comunale di Catanzaro con tre nuovi assessori (Gianmarco Plastino, Saverio Loiero e Filippo Mancuso) alcune associazioni, assistite dall’avvocato Francesco Pitaro, avevano intimato il ricorso al Tar a causa del mancato rispetto, nella composizione della nuova giunta, della legge Delrio sull’assegnazione delle quote alle donne.
Su dieci assessori, infatti, solo tre sono le rappresentanti del gentil sesso, mentre la normativa impone che ogni sesso sia rappresentato per almeno il 40%. Da qui la grana: in casi simili, i magistrati amministrativi si sono espressi per l’annullamento delle nomine e quindi l’azzeramento della giunta.
Per evitare l’ennesima figuraccia, dopo gli scandali di “Catanzaropoli” e i quasi due mesi senza convocare un consiglio comunale, il sindaci pare sia quindi intenzionato a modificare, ancora una volta, l’assetto dei suoi assessori. La mossa scelta, sarebbe quella di ritirare una delega a un uomo, così da riportare “in asse” i conti. Posto che degli ultimi tre inserimenti in giunta, nessuno sarà rimosso, in nomination ci sono Luigi La Rosa (Cultura), Antonio Sgromo (Sport e Pubblica istruzione) e Giuseppe Vitale (Gestione del territorio). Secondo indiscrezioni e calcoli politici, potrebbe essere La Rosa a essere silurato, visto che, nell’ottica di un riassetto futuro del Comune conseguente a modifiche per stabilizzare la maggioranza, proprio il settore Cultura sarà assegnato a Ivan Cardamone (Fi), attuale presidente del consiglio comunale.
Ma l’intervento del Tar potrebbe non essere l’unico rischio per il sindaco di Catanzaro. Che la sua maggioranza scricchioli è un fatto ormai assodato, tanto che, come detto, non ci si riunisce nell’Aula rossa da quasi due mesi perché non si palesi e certifichi la mancanza del sostegno numerico ad Abramo. In più, ad aggravare la situazione, c’è anche la presa di posizione di Antonio Corsi (Fi), che ha contestato la nota con cui Abramo dichiarava: “La giunta tecnica da me formata e poi ampliata non è affatto un monocolore del sindaco, ma più semplicemente una squadra di professionisti che si sta spendendo per portare avanti, con pregi e difetti, con cose buone e con inevitabili errori, l’immensa mole di lavoro che abbiamo messo in campo. […] Ho molto rispetto dei partiti e riservo gratitudine a quelle forze che hanno voluto e poi sostenuto la mia candidatura e la mia elezione. Dal maggio 2012 a oggi sono cambiate molte cose, la geografia politica del consiglio comunale non è più la stessa, mai io continuo a riporre molta fiducia nel ruolo dei partiti e dei consiglieri comunali. Con loro continuerò a confrontarmi quotidianamente sui problemi della città e sulle soluzioni più opportune. Alla politica, che resta fondamentale per il buon andamento dell’amministrazione, chiedo però uno sforzo nuovo e supplementare, sia in termini di proposte progettuali sia in termini di valorizzazione di una classe dirigente nuova e competente. Sono certo che vinceremo tutti insieme questa sfida”.
Praticamente un invito alla politica a “stare fuori” dalle questioni gestionali, limitandosi a sostenere il lavoro del sindaco e della sua giunta, o almeno così sembra aver interpretato Corsi le parole di Abramo, restandoci talmente male da meditare, secondo alcuni rumors, l’autosospensione da Forza Italia per sottolineare la distanza dal collega di partito. Una rogna in più dunque, solo in parte mitigata dall’adesione di Rosario Lostumbo, eletto nelle fila di Ncd-Catanzaro da vivere e poi traghettato nel gruppo misto, al gruppo “Catanzaro con Abramo”.

Alessandro Tarantino