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Il Corriere e la solerte ispezione

Due ispettrici della direzione catanzarese del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali hanno fatto visita alla nostra redazione per «verificare l’osservanza, nei confronti del personale occu…

Pubblicato il: 16/02/2015 – 11:33
Il Corriere e la solerte ispezione

Due ispettrici della direzione catanzarese del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali hanno fatto visita alla nostra redazione per «verificare l’osservanza, nei confronti del personale occupato, delle norme di tutela dei rapporti di lavoro e di legislazione sociale».

Gli ispettori non hanno conferito con alcun “dipendente”, perché non ne abbiamo: operando, nel nostro piccolo nucleo editoriale, se si fa eccezione per due grafici part-time, abbiamo solo giornalisti. E con i giornalisti presenti hanno parlato, salvo poi descriverli con la qualifica generica di “il dipendente”.

Un dettaglio non secondario se rapportato a domande, puntualmente poste, che ove non spieghi che di giornalista trattasi, difficilmente puoi far comprendere a chi legge risposte del tipo: «L’orario è fatalmente elastico, nel senso che se mentre sto andando via c’è un omicidio che faccio? Non me ne occupo?».

Dettagli, appunto. Così come dettagli possono apparire il pretendere che “il dipendente” cammini con in tasca una copia della busta paga (verrebbe da chiedere se le solerti ispettrici lo fanno) laddove è sufficiente digitare sul loro (degli ispettori) computer la partita Iva della società per avere indicazioni sul commercialista e il consulente del lavoro che le buste paga, per obbligo, le hanno anche perché sono loro a redigerle.

Difficile, invece, considerare un “dettaglio” il chiedere di saper da un “dipendente” le ragioni per le quali un altro “dipendente” si è dimesso: non sarebbe più corretto chiederlo a chi si è dimesso o acquisire copia della lettera di dimissioni, anche quella sempre in possesso di commercialista e consulente del lavoro? Sarebbe, meglio, certo, ma avrebbe meno impatto…

Ma forse si ritene di fare “bingo” scoprendo che si è in ritardo con i pagamenti. Bastava chiedere o acquisire: anche questo è palese e noto. Specialmente quando hai a che fare con un ministero del Lavoro che ti deve un mucchio di soldi, visto che da un anno ha emesso un decreto in cui ti riconosce alcuni diritti economici, e poi candidamente ti invita ad anticipare le somme perché lo Stato al momento è in crisi di liquidità.

E comunque ben vengano le ispettrici, e ben vengano le ispezioni. Soprattutto quelle del ministero del Lavoro di Catanzaro. Siamo certi, infatti, che eguale solerzia hanno dedicato, ovvero dedicheranno, a tutte le testate giornalistiche calabresi, alle emittenti televisive e alle radio. Poi, dato che si tratta di «verificare l’osservanza, nei confronti del personale occupato, delle norme di tutela dei rapporti di lavoro e di legislazione sociale», appena sbrigata la pratica Corriere della Calabria siamo certi che avranno, finalmente, modo e tempo di occuparsi di Calabria Etica e dei suoi settecento arruolati a progetto; dei precari che non prendono un euro dal 2013; dei call-center che incassano contributi e lesinano buste paga; della formazione professionale con il suo esercito di giovani perennemente in formazione e altrettanto perennemente in attesa che la Regione paghi il formatore che poi, forse, pagherà il formato. E via dicendo.

A scanso di equivoci ripetiamo: nulla da lamentare per essere, almeno allo stato, gli unici giornalisti (giornalisti e non dipendenti) ad avere sollecitato la curiosità dell’ispettorato del lavoro di Catanzaro: in genere sono Inpgi o Casagit a occuparsi di ispezioni nei giornali e di contratti dei giornalisti, ma siamo lieti di conseguire, come Corriere, anche questo inedito primato. Per cui ben vengano gli ispettori del ministero del Lavoro made in Catanzaro, perché venendo fissano un principio ed un precedente al quale, però, da oggi saranno legati. Potranno finalmente andare anche in altri posti e se qualcuno cercherà di impedirglielo potranno obiettare: sapete com’è, ora che siamo andati da quei ragazzacci del Corriere della Calabria

Non abbiamo dubbi che lo faranno e se proprio qualcuno tentasse di impedirglielo, saremo pronti a scendere al lor fianco a far da pungolo perché qualsiasi ostacolo sia superato e qualsiasi timidezza sia bandita.  

Non consentiremo che qualcuno possa incolpare ingiustamente l’ispettorato di essersi occupato solo di noi…

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