REGGIO CALABRIA «Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Mai fu così calzante questa massima come nel caso dell’inascoltata prescrizione sulla necessità della rappresentanza femminile nella composizione degli organi di governo – stabilita dalla legge 215 del 2012 e dalla Legge Delrio (numero 56 del 2014) che si spinge oltre, fissando precise percentuali – più volte ribadita da una serie di sentenze del Tar Calabria». È quanto afferma la presidente della Commissione regionale per le Pari opportunità Giovanna Cusumano che «censura in Calabria comportamenti poco rispettosi del principio della parità di genere nella composizione delle giunte degli enti locali».
«Lo avevamo segnalato prima dell’avvento – aggiunge – di una specifica normativa statale e di una serie di pronunce giurisdizionali che, oltre a far storia, hanno sancito una netta inversione di rotta nella percezione di un’esigenza diffusa della rappresentatività femminile. Anche il consiglio regionale, votando l’emendamento che introduce l’obbligo di rispettare, almeno nella misura del 30%, la rappresentanza di genere nella composizione della giunta regionale, ha innovato il settore caratterizzando la riforma dello Statuto nel segno della parità di genere. La legge Delrio stabilisce che “nelle giunte e nei Comuni con popolazione superiore ai 3mila abitanti nessuno dei due sessi possa essere rappresentato in misura inferiore al 40%”. Ebbene, nella nostra regione – stigmatizza la presidente della Crpo – si continuano a formare giunte comunali (Catanzaro) e provinciali (Reggio Calabria), nella palese e continua violazione di tale principio. Mi chiedo allora, arrivati a questo punto, che valore ha una legge in Italia se poi, in molti casi, rimane lettera morta? È accaduto recentemente nella composizione della giunta comunale di Catanzaro, città capoluogo; si è ripetuto in occasione del rimpasto della giunta alla Provincia di Reggio Calabria, operato dal presidente Giuseppe Raffa, che ha escluso in toto le donne. E tutto questo nonostante le nostre reiterate sollecitazioni e i nostri accorati appelli. Occorrerà anche nella fattispecie dell’amministrazione provinciale della città dello Stretto adire l’autorità giudiziaria per vedere finalmente attuata una legge dello Stato? Come peraltro è già avvenuto per le quattro giunte comunali azzerate per palese inferiorità numerica femminile».
«È doveroso rammentare – sottolinea Cusumano – che le condizioni di arretratezza della nostra regione sono da ricondurre anche all’esclusione delle donne dai processi decisionali e alla loro oggettiva impossibilità a concorrere alle scelte fondamentali della Regione, delle Province e dei Comuni. La mancata rappresentatività si è concretizzata nella privazione di contributi indispensabili. Il principio della democrazia paritaria rappresenta una conquista storica frutto di una grande battaglia sociale, civile e culturale per la quale continueremo a lottare senza sosta, con tenacia. Alla luce di queste oggettive valutazioni e del reiterarsi di comportamenti offensivi di questo principio, diffido il presidente della Provincia di Reggio Calabria Giuseppe Raffa a rimodulare con solerzia la composizione della giunta da lui guidata. In caso contrario, sarò costretta ad adire le vie legali».
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