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Antimafia, Gratteri: presto nuovi ddl

REGGIO CALABRIA Quando nel febbraio scorso formò il suo governo, Matteo Renzi aveva pensato di affidargli il ministero della Giustizia, compiendo una scelta che sarebbe stata al contempo coraggiosa…

Pubblicato il: 17/02/2015 – 19:20
Antimafia, Gratteri: presto nuovi ddl

REGGIO CALABRIA Quando nel febbraio scorso formò il suo governo, Matteo Renzi aveva pensato di affidargli il ministero della Giustizia, compiendo una scelta che sarebbe stata al contempo coraggiosa e “di competenza”. Ma il mancato arrivo al dicastero di via Arenula, anche se lo ha sicuramente amareggiato, non ha fatto venire meno in Nicola Gratteri, procuratore aggiunto di Reggio Calabria, la passione per il suo lavoro di magistrato, supportato da una profonda conoscenza di ‘ndrangheta e criminalità organizzata in genere, e la sua attenzione per tutto ciò che può servire a rendere più efficiente e rapida la complessa macchina della giustizia. A compensare, in un certo senso, la mancata nomina a ministro, a Gratteri è stata affidata la presidenza della Commissione per la revisione della normativa antimafia. Renzi, dopo avere pensato di affidargli il ministero, ha comunque ritenuto che nessuno meglio di Gratteri fosse in grado di ammodernare il sistema giudiziario per adeguarlo, in termini di rapidità ed efficienza, alla sfida sempre più alta posta da una criminalità che si fa sempre più transnazionale e invasiva. Gratteri si è messo a lavorare di buona lena e assieme agli altri componenti della Commissione – 11 tra docenti universitari, magistrati, giuristi e avvocati – ha varato una serie di proposte che, come ha specificato oggi lo stesso Gratteri parlando con l’Ansa, “saranno inserite in appositi disegni di legge, predisponendone gli schemi, accompagnati da un’articolata relazione di accompagnamento”.

Il procuratore aggiunto di Reggio forse rispondendo, anche se non lo ha detto esplicitamente, agli avvocati penalisti che a proposito della sua riforma hanno parlato di “deriva autoritaria senza precedenti”, ha sottolineato il carattere garantista della sue proposte facendo riferimento, in primo luogo, alla “modifica del regime delle intercettazioni”, sottolineando la necessità di “valorizzare, da un lato, questo speciale mezzo di ricerca della prova per la sua indiscussa efficacia investigativa, e ponendo fine, dall’altro, ad ogni forma di possibile uso abusivo, attraverso l’incremento delle garanzie difensive e il rafforzamento della tutela della riservatezza”. “Abbiamo previsto, altresì – ha detto ancora Gratteri – una serie di interventi normativi diretti a dare attuazione al principio processuale dell’immediatezza-concentrazione, al fine di assicurare efficacemente la ragionevole durata del processo e, contestualmente, di rafforzare il contraddittorio”. Sempre allo scopo di rafforzare i diritti della difesa, Gratteri ha annunciato la “facoltà per i difensori di partecipare all’udienza dai propri studi mediante collegamento in videoconferenza. Si sono ampliati poi i casi di partecipazione degli imputati al processo mediante videoconferenza, con particolare riferimento, tra l’altro, ai reati di criminalità organizzata. Al fine poi della valorizzazione del ruolo dell’avvocato e per evitare atti d’impugnazione inadeguati dinanzi al giudice di legittimità e, quindi, a garanzia dell’imputato e delle altre parti private, si è previsto che il ricorso per Cassazione non possa essere presentato personalmente dall’imputato”. “Sono state anche formulate proposte – ha detto ancora Nicola Gratteri – tendenti a incentivare l’accesso al patteggiamento e al rito abbreviato e si è allargata la sfera applicativa del giudizio immediato cautelare a due nuove categorie di soggetti, i latitanti e i sottoposti a misura coercitiva non detentiva”.

La Commissione, ha riferito ancora Gratteri, ha poi elaborato una radicale innovazione del corpo di polizia di giustizia, l’attuale polizia penitenziaria, “con l’obiettivo di incrementare l’efficienza del sistema penitenziario nel suo complesso mediante la riorganizzazione degli strumenti operativi di supporto”.

 

Ezio De Domenico

(Ansa) 

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