ROMA Il blitz fallisce in piena notte, al termine di un’estenuante seduta congiunta delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera. E non fa sorridere i dipendenti della Fondazione Campanella. I relatori del decreto Milleproroghe hanno dichiarato «inammissibile» l’emendamento, inserito all’ultimo momento dal governo e sostenuto dai parlamentari calabresi di maggioranza, per destinare 1 milione per il 2015 per il sostegno al reddito dei lavoratori del centro oncologico con sede a Germaneto. In commissione si è scatenata la bagarre, con i rappresentanti del Movimento 5 Stelle, di Forza Italia e della Lega Nord sugli scudi e all’attacco di Pd ed Ncd per un provvedimento giudicato «inutile e dal sapore clientelare». Di qui la decisione dell’esecutivo di ritirare la proposta.
Dunque, la svolta sperata dai lavoratori del centro oncologico non c’è. E ora i deputati dem e quelli alfaniani contano di trovare una soluzione alternativa (se venisse posta, come probabile, la questione di fiducia sul provvedimento non sarà possibile cambiare il testo uscito dalle commissioni e si dovrebbe trovare un’altra strada) magari assieme al ministro del Lavoro Giuliano Poletti per finanziare la cassa integrazione. Nelle scorse settimane era scoppiata la protesta dei dipendenti della Fondazione proprio per il mancato pagamento degli stipendi (sarebbero cinque le mensilità arretrate).
Contestualmente la Procura di Catanzaro ha chiesto al Tribunale il fallimento della Fondazione per la situazione debitoria. Le somme che sarebbero dovute arrivare dall’Azienda sanitaria provinciale sono state pignorate da un’azienda farmaceutica che vanta un credito esigibile nei confronti della Fondazione. I vertici della struttura sono indagati per false comunicazioni sociali.
Nell’inchiesta si ipotizza che dal 2008 al 2011 sarebbe stato alterata la situazione economica e finanziaria della Fondazione Campanella. Ci sarebbe stata anche la mancata contabilizzazione in bilancio di alcune voci relative alle prestazioni. Alla Fondazione, inoltre, è stata negata la cassa integrazione ministeriale «perché – spiega il presidente Paolo Falzea – il ministero del Lavoro non ci considera un’impresa. Il paradosso è che il Tribunale, invece, ci considera come tale e ci fa istanza di fallimento. Tutto questo è assurdo».
an. ri.
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