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"Perseo", chiesto il rinvio a giudizio per Aiello

CATANZARO Il pm della Procura di Catanzaro Elio Romano ha chiesto il rinvio a giudizio di Piero Aiello senatore del Nuovo centrodestra e dell’avvocato Giovanni Scaramuzzino, con l’accusa di scambio…

Pubblicato il: 17/02/2015 – 13:45
"Perseo", chiesto il rinvio a giudizio per Aiello

CATANZARO Il pm della Procura di Catanzaro Elio Romano ha chiesto il rinvio a giudizio di Piero Aiello senatore del Nuovo centrodestra e dell’avvocato Giovanni Scaramuzzino, con l’accusa di scambio di voti, aggravata nel caso di Scaramuzzino dalle modalità mafiose. L’inchiesta “Perseo”, dunque, segna un’altra puntata importante.
Nei mesi scorsi il Tribunale delle libertà aveva respinto la richiesta di arresto del senatore Aiello. ll Tdl aveva respinto l’appello presentato dalla Procura della Repubblica e finito di nuovo davanti al Tribunale della libertà dopo una precedente pronuncia della Cassazione. A dicembre, però, è stata definitivamente accolta la tesi sempre sostenuta dal legale di Aiello, l’avvocato Nunzio Raimondi, dell’inesistenza delle ipotesi accusatorie.
Il lungo braccio di ferro tra la Direzione distrettuale antimafia e la magistratura giudicante iniziò il 26 luglio scorso quando il gip Abigail Mellace negò l’arresto del politico. Gli inquirenti, coordinati dal pm Elio Romano e dall’allora procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, avevano ricostruito l’incontro avvenuto a Lamezia nello studio dell’avvocato Giovanni Scaramuzzino, pochi mesi prima della tornata elettorale del 2010 per il rinnovo del consiglio regionale, tra Aiello, il boss Giuseppe Giampà e Saverio Cappello. Dopo essersi “pentito” Giampà ha svelato: «Incontrai Aiello nell’ufficio di Giovanni Scaramuzzino prima delle regionali ed egli mi chiese di appoggiarlo, dicendo che, qualora fosse stato eletto, avrebbe procurato a me e Maurizio Molinaro lavori all’ospedale di Lamezia Terme». Praticamente sovrapponibile la versione resa dal secondo collaboratore di giustizia, Saverio Cappello. Con un’unica differenza, se per Giampà, infatti, il politico avrebbe detto di essere pronto «a mettersi a disposizione» in caso di elezione, nella versione del pentito Cappello fu invece l’avvocato Scaramuzzino, in separata sede, a dire che in caso di aiuto ad Aiello, questi sarebbe stato disponibile a ricompensare gli uomini del clan.

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