COSENZA Il tribunale di Cosenza ha condannato l’attuale vicepresidente regionale, Pino Gentile, e gli ex consiglieri regionali Gianpaolo Chiappetta, Francesco Galati, Gabriele Limido, Giovanni Nucera e Alberto Sarra a risarcire l’ex direttore generale dell’Asp di Cosenza, Franco Petramala, dei danni economici, quantificati in sentenza nella somma di 40mila euro, al netto delle spese legali, per il contenuto – accertato dal tribunale come diffamatorio – di alcuni articoli di stampa risalenti all’agosto del 2009.
Gli articoli – è scritto in una nota diffusa dai legali di Petramala, gli avvocati Giulietta Catalano e Santo Manes – furono pubblicati dall’Ansa e da alcuni quotidiani locali, su impulso dei nominati consiglieri regionali e del senatore Antonio Gentile, la cui posizione processuale – in considerazione della carica rivestita – è stata stralciata in attesa delle determinazioni del Senato della Repubblica, cui lo stesso tribunale di Cosenza – non ravvisando nelle dichiarazioni da lui rese alla stampa la sussistenza dell’esimente del diritto di critica politica di cui all’articolo 68, comma 1 della Costituzione – ha trasmesso gli atti. Il Senato avrà a disposizione 90 giorni per adottare la sua deliberazione e comunicarla al tribunale di Cosenza per i definitivi provvedimenti di sua competenza. La vicenda nasce nell’estate dell’anno 2009 allorché, secondo quanto denunciato dal dottor Petramala – che all’epoca era direttore generale dell’Asp di Cosenza – sarebbe stata montata a opera dei nominati Gentile, Chiappetta, Galati, Limido, Nucera, Sarra, congiuntamente al senatore Antonio Gentile una violenta quanto diffamatoria campagna di stampa ai suoi danni e ai danni della stessa Asp.
In particolare, nell’arco temporale compreso tra il 14 e il 17 luglio 2009, dopo le elezioni provinciali di Cosenza, la stampa locale (Gazzetta del Sud e Il Quotidiano della Calabria) e l’Ansa pubblicavano il contenuto di un’interrogazione di consiglieri regionali di minoranza politica, Giuseppe Gentile, Alberto Sarra, Francesco Galati, Giovanni Nucera, Gabriele Limido e Gianpaolo Chiappetta, inviata al presidente della giunta regionale, che sollecitava le dimissioni e/o l’immediata rimozione di Franco Petramala, rilevando fatti e circostanze che avrebbero concretizzato illegittimità dell’atto di nomina dello stesso. «Il tutto – scrivono i legali – si è rivelato infondato e pretestuoso per come accertato anche dalla magistratura in varie sedi».
Il tribunale, invece, ha ritenuto non diffamatorie le dichiarazione rese dal senatore Piero Aiello e dal consigliere proviciale Giulio Serra, rigettando, di conseguenza la domanda di Petramala: domanda che, pur estesa da Petramala nei confronti del direttore del Quotidiano della Calabria, Emanuele Giacoia e della società editrice Finedit, è stata anch’essa rigettata.
I legali di Petramala, gli avvocati Santo Manes e Giulietta Catalano, stanno valutando se presentare appello.
Gli avvocati sottolineano un aspetto della vicenda che definiscono «curioso e singolare»: «nel corso del processo, cessato l’incarico del dottore Petramala di direttore generale, tra i primi atti del nuovo direttore generale, c’è stato quello di rinunciare alla domanda risarcitoria avanzata dall’Asp nei confronti dei consiglieri del centrodestra, senza alcuna valida motivazione. Tale “iniziativa”, tuttavia, ha provocato un danno erariale all’azienda sanitaria la quale dovrà, in base alla sentenza del tribunale, rimborsare alcune delle parti, delle spese legali».
x
x