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Il canto di "Bollari", in scena a "Spazio teatro"

Un monologo di cinquanta minuti. Una “danza” che riconsegna al pubblico quel canto ancestrale che abitava nel ventennio fascista le coste dello Jonio, nella terra che va da Cariati al golfo di Squi…

Pubblicato il: 22/02/2015 – 12:35
Il canto di "Bollari", in scena a "Spazio teatro"

Un monologo di cinquanta minuti. Una “danza” che riconsegna al pubblico quel canto ancestrale che abitava nel ventennio fascista le coste dello Jonio, nella terra che va da Cariati al golfo di Squillace. Nella scena nuda di  “Spazio teatro” a Reggio Calabria, sabato sera Carlo Gallo del “Teatro della Maruca” di Crotone,  ha cantato l’antico grido di “Bollari. Memorie dallo Jonio”, da lui scritto e interpretato, che vanta una collaborazione artistica con Peppino Mazzotta. Non ha una scenografia e non avrebbe bisogno di averne, perché la costruzione scenica nell’immaginazione dello spettatore è affidata esclusivamente a un movimento continuo, creato dall’incontro del corpo e della parola che rievocano, costruiscono e narrano le vicende di molti personaggi che prendono vita  dal solo corpo/burattino dell’attore.
Lo spettacolo narra la contesa del mare tra due anziani pescatori Mastu Peppu e Mastu Rafele, amici e colleghi fino all’anno prima, fino a quando quel tradimento che a Mastu Rafele costò la mano e il lavoro, a Mastu Peppu evitò la galera fascista. Racconta un mondo lontano, in cui la pesca era affidata all’usanza illegale di  lanciare bombe in mare, al fine di sopperire molto più in fretta ai morsi della fame. È solo in scena l’attore, ma non lo è mai veramente. Attraverso i suoi canti e i suoi racconti prendono vita gli episodi realmente accaduti a Capo Colonna negli anni ’30. Lui, narratore della vicenda, è il figlio di Mastu Rafele,  è Mastu Peppu, è il coro dei pescatori che urlano “Bollari”, è la voce delle donne disparate che legano al letto i figli per evitare che la professione dei padri possa costare loro la vita, è Suricicchio, personaggio da cui parte tutto il racconto, che ancora vive quei luoghi.                                                         
Supportato da uno straordinario talento, il corpo dell’attore che modula sulla voce i propri gesti, riconsegna alla fantasia del pubblico le reti trascinate a riva, i pescatori che remano a largo, i furti durante la notte dei sacchi di lino più pregiati, gli avvistamenti dei tonni, i controlli di Michele Vastanu e della gendarmeria fascista e l’arrivo di Mussolini a Crotone che «dissi quattro parole in croce e se ne andò» recita in scena, mentre come sardine i figli della lupa, aspettavano il grande discorso del «Dux mea lux». Tramite lui si assiste ai bombardamenti di un sommergibile britannico che, nel 1941, colpì una nave carica di munizioni a Strongoli e ne fece un paese di sfollati per più di quattro anni. Nei ricordi degli anziani, gli scogli volarono in aria come fossero granelli di sabbia.  La vita di Mastu Rafele, morto a seguito di un’esplosione durante la pesca sotto gli occhi del figlio, e le vicissitudini della “Cecella”, il miglior peschereccio dello Jonio, raccontano momenti in cui la sopravvivenza del posto era dettata dal mare perché, se dall’acqua ne usciva solo il sale, la vita stessa era messa a rischio.
I canti della fame e della miseria riempiono lo stomaco nell’attesa che si arrivi a quei mesi estivi in cui, il passaggio dei tonni fa “friggere” l’acqua che dalla riva sembra bollire (da qui il termine “bollari”), e i bambini annunciano urlando quel sostentamento di qualche mese. «Quando ho parlato con gli anziani del posto volevo trarre una storia di guerra del periodo fascista – spiega l’attore -, ma se ne parlava pochissimo, mentre venivano raccontate delle storie proprio partendo da questa immagine del mare, dei tonni che passano.”Bollari”è una storia vera, che racconta la vita di persone divise tra il conflitto dalla legalità, attraverso la pesca con le bombe, e la necessità di vivere. Era un’immagine della Calabria che mi piaceva salvare, perché c’è tanto altro da raccontare di questa Terra». “Bollari. Memorie dallo Jonio” sarà in replica oggi pomeriggio, sempre sul palco di “Spazio Teatro”.

 

Miriam Guinea

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