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Caso Lanzetta, Tallini: emblema della falsa rivoluzione di Oliverio

CATANZARO «Le forti e circostanziate accuse lanciate dall’ex ministro Lanzetta al Pd calabrese devono fare riflettere tutti. Ma soprattutto devono fare riflettere le violente e velenose risposte ch…

Pubblicato il: 23/02/2015 – 14:04
Caso Lanzetta, Tallini: emblema della falsa rivoluzione di Oliverio

CATANZARO «Le forti e circostanziate accuse lanciate dall’ex ministro Lanzetta al Pd calabrese devono fare riflettere tutti. Ma soprattutto devono fare riflettere le violente e velenose risposte che sono venute dai vertici del Pd nei confronti di una persona che solo un mese fa faceva parte del tanto osannato governo Renzi». Lo afferma, in una nota, il consigliere regionale Mimmo Tallini, di Forza Italia. L’esponente di Fi sottolinea come «la Lanzetta sia passata, nel giro di poche ore, da “apprezzata ministra della Repubblica” a “stalker” dell’assessore De Gaetano, da simbolo dell’antimafia a sindaco che ha portato al dissesto il Comune di Monasterace. Pippo Civati l’aveva inserita nel suo “pantheon” ideale, indicandola come una personalità da additare come esempio di moralità e coraggio, ma per i cinque segretari provinciali del Pd è solo “una che non puo’ dare lezioni di moralita’ a chicchessia”». «Il cinismo con cui è stata liquidata l’ex ministra – afferma ancora Tallini – lascia senza parole, ma conferma che il Pd calabrese è attraversato da una guerra tribale che sta condannando alla paralisi e all’isolamento la nostra terra. Che quella di Oliverio sia stata una finta rivoluzione ormai lo sanno tutti. La Lanzetta si è limitata solo a certificarlo. In tre mesi non è riuscito nemmeno a dare una giunta alla Calabria, cosa inaudita e mai avvenuta nella storia del regionalismo. Emerge l’incapacità di affrontare le emergenze, come dimostra la tragica fine cui è stata condannata la Fondazione Campanella. Mentre gli ospedali scoppiano, il Presidente fa il braccio di ferro con il ministro Lorenzin per essere nominato commissario della sanità, dimostrando un attaccamento al potere senza precedenti. Non c’e’ traccia di un provvedimento, di un progetto, di un’idea. La Lanzetta, che magari avrà portato al dissesto Monasterace e che probabilmente non ha lasciato traccia al Ministero degli Affari Regionali, un merito l’ha comunque avuto e i calabresi dovranno essergliene grati: ha mostrato a tutti di che pasta è fatto chi dovrebbe governare la Calabria”. «Noi, pur da avversari – conclude Mimmo Tallini – le dobbiamo dare atto di essere stata coerente e di avere mantenuto fede alle sue dimissioni da ministro e da assessore regionale, caso veramente raro in un Paese come l’Italia dove le dimissioni soltanto si annunciano».

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