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Le primarie dividono Censore e Adamo

VIBO VALENTIA Anche se, sulla scia di ben più celebri telefonate, lo sconfitto si è complimentato con il vincitore ancor prima della chiusura dello spoglio, è fin troppo facile capire come la polit…

Pubblicato il: 23/02/2015 – 14:45
Le primarie dividono Censore e Adamo

VIBO VALENTIA Anche se, sulla scia di ben più celebri telefonate, lo sconfitto si è complimentato con il vincitore ancor prima della chiusura dello spoglio, è fin troppo facile capire come la politica, a Vibo come altrove, segua dinamiche ben diverse da quelle che si potrebbero dedurre dalle dichiarazioni ufficiali. Di certo Pietro Giamborino, nel riconoscere la vittoria allo sfidante Antonio Lo Schiavo, non difetta di stile, ma va detto che la realtà è abbastanza lontana dalla «grande serenità e correttezza» di cui ha parlato Ernesto Magorno commentando i risultati. Lo scontro, tra l’area che ha sostenuto il candidato del Pd poi risultato vincente e quella che appoggiava l’ex consigliere regionale della Margherita, c’è stato eccome e, si può starne certi, non è affatto archiviato in vista delle elezioni comunali.
Le accuse, parecchio astiose, nel mese di campagna elettorale che ha preceduto il voto sono volate da entrambe le fazioni. Non si è trattato quasi mai di polemiche a viso aperto, ma più che altro di una guerra di logoramento a colpi di sospetti e veleni spesso fatti veicolare dai tanti soggetti che si muovono più o meno maldestramente nel sottobosco della politica locale.
È un fatto, per esempio, che le primarie di Vibo abbiano fatto litigare Bruno Censore e Nicola Adamo. Il primo deputato del Pd finora di stretta osservanza oliveriana, il secondo ex consigliere regionale molto ascoltato a Palazzo Alemanni. La guerra fredda tra i due è scattata proprio contestualmente al concretizzarsi della sfida Lo Schiavo-Giamborino. Adamo è infatti legatissimo all’ex consigliere regionale uscito battuto dalle primarie, mentre Censore ha allevato politicamente per anni il giovane notaio, di cui era il principale sponsor. Lo scontro parte da lontano, perché Giamborino sostiene che Censore, in un vertice a cui mesi fa avrebbe presenziato anche Oliverio, si fosse detto d’accordo sulla sua candidatura a sindaco, per poi ribaltare il tavolo con la scesa in campo di Lo Schiavo. L’area che fa capo al deputato di Serra San Bruno, invece, ha visto in Giamborino il punto di riferimento di alcuni rivali ormai storici: l’ex presidente della Provincia di Vibo, Francesco De Nisi, il suo successore Andrea Niglia e i rappresentanti dei sindacati Cisal e Slai Cobas. Da qui le contromosse degli ex Ds per non soccombere di nuovo dopo l’accordo trasversale che, nel settembre scorso, ha portato Niglia alla presidenza della Provincia.
E proprio quello del trasversalismo e del consociativismo è l’argomento che ognuno dei competitor usa per mettere in cattiva luce l’altro: in effetti ieri ai seggi sono stati avvistati molti elettori di partiti come Forza Italia, Ncd e Udc, ma è fin troppo evidente che i consensi frutto di accordi trasversali siano andati sia ad uno che all’altro candidato. Perché, senza nulla togliere ai vincenti come agli sconfitti, a Vibo si fa così e, senza dubbio, così si farà anche alle comunali: per sconfiggere gli “amici” ci si allea con i nemici.

Sergio Pelaia
s.pelaia@corrierecal.it

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