CATANZARO “Non esiste alcuna associazione mafiosa, ma solo una vicinanza al clan”. E’ stato determinato nel sottolineare la differenza tra “intraneo” e “vicino” alla cosca, l’avvocato Pasquale Naccarato, difensore di Pasquale Bentornato, uno degli imputati del processo “Perseo” che hanno scelto l’abbreviato. Il procedimento – scaturito da un’inchiesta contro le ‘ndrine lametine – con il rito alternativo è alle battute finali. Oggi sono state discusse le ultime posizioni. In particolare, l’avvocato Naccarato ha precisato. “Non è vero che Bentornato, l’autista di Battista Cosentino (uno degli imputati), lo accompagnava per chiedere le estorsioni. Tra i due c’era un rapporto soltanto di natura personale. Dalle dichiarazioni dei pentiti emerge non che era intraneo, ma vicino alla cosca. Che è diverso”. Per Bentornato il pm Elio Romano ha chiesto 13 anni e 8 mesi di carcere per associazione mafiosa.
E’ toccato poi all’avvocato Antonio Larussa per le arringhe difensive per Pasquale Giampà e altri due imputati. Il pm ha inoltre chiesto la rideterminazione della pena per i due pentiti, i fratelli Pasquale e Giuseppe Catroppa: rispettivamente a 8 anni di carcere e a 6 anni , proprio in virtù del loro status di collaboratori di giustizia.
Quattro ergastoli, una condanna a 30 anni e 41 pene dai 4 ai 20 anni sono le richieste avanzate dal pubblico ministero della Dda di Catanzaro, Elio Romano, nel corso del processo con rito abbreviato ai 46 imputati coinvolti nell’inchiesta “Perseo”. Il processo è in corso di svolgimento davanti al giudice per le udienze preliminari di Catanzaro, Giuseppe Perri.
Nel corso della sua requisitoria il pubblico ministero ha ricostruito le fasi delle indagini che portarono all’arresto di 65 persone ritenute esponenti della cosca Giampà di Lamezia Terme. Il magistrato ha ricostruito anche le fasi relative ad alcuni omicidi commessi nell’ambito di uno scontro tra le cosche della ‘ndrangheta lametina.
Il procedimento è stato aggiornato al prossimo 23 marzo per le ultime arringhe difensive. Il 27 aprile è prevista la sentenza.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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