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Auguri ai medici dell'Annunziata

Così come i vigili del fuoco, specie dopo l’11 settembre, sono considerati dai newyorkesi i loro angeli custodi, i medici dell’Annunziata sono da ritenersi gli artefici della vita altrui, spesso gu…

Pubblicato il: 24/02/2015 – 9:18
Auguri ai medici dell'Annunziata

Così come i vigili del fuoco, specie dopo l’11 settembre, sono considerati dai newyorkesi i loro angeli custodi, i medici dell’Annunziata sono da ritenersi gli artefici della vita altrui, spesso guadagnata a fatica da chi sarebbe stato destinato altrimenti a morire di politica. Ebbene sì, oltre alle particolari malattie che sottraggono tanti ai loro affetti, di frequente con atroci sofferenze, in Calabria si registra la presenza di una nuova patologia: la rappresentanza disumana. L’inerzia di taluni e la prepotenza gestoria di altri, quest’ultima resa possibile dai primi da considerarsi quindi complici dei secondi, rappresentano le cause della rovina dell’assistenza socio-sanitaria.

I medici ospedalieri di Cosenza lo sanno e ne pagano le conseguenze. Sulla loro pelle e su quella dei tanti poveretti che salvano ovvero che aiutano a morire meglio di quanto riuscirebbero a fare da soli.

Dopodomani sarà la loro festa! Ci sarà uno sciopero anomalo, diverso da tutti gli altri. Non pretendono più soldi in tasca, rivendicano il loro diritto a lavorare e di esercitare il loro dovere di essere utili ai cittadini. Due richieste che, se rese note come si dovrebbe, scandalizzerebbero l’opinione internazionale, abituata ad analizzare un genere di sciopero del tutto diverso da quello che si celebrerà giovedì nella città bruzia. Il “padrone” destinatario della protesta è il cinismo della politica che – per dirla alla Goya – genera gli stessi mostri della guerra. Un cinismo che si è tradotto in atto criminale, atteso che continua a fare vittime dalla Federica Monteleone in poi (che urlano ancora giustizia!), spesso a causa di ciò che manca e che dovrebbe esserci ovunque si respiri un minimo di civiltà.

In Calabria, è da un po’ di tempo che nessuno cura la “riparazione” dell’esistente indispensabile per farlo funzionare e garantire la tutela della salute. Dalle nostre parti no, si prediligono le inaugurazioni di ciò che poi rimarrà chiuso negli scatoloni oppure la presentazione dei plastici, anche perché funzionali ad essere motivo di consenso all’ingrosso e oggetto delle solite incursioni dei faccendieri. Qui si prediligono le fasce tricolori, conquistate a botte di clientes, e gli acetati piuttosto che i servizi pubblici, sempre più inesigibili. Quanto al resto il gioco è facile, è sufficiente dire ai nipoti di non preoccuparsi di qualche nonno che muore in più, l’importante è lasciare loro credere che i figli staranno meglio! Un modo per operare nel frattempo con i metodi che tutti conosciamo e che nessuno denuncia.

Si diceva che il prossimo 26 sarà la festa dei medici dell’Annunziata, il loro “compleanno”, meglio l’anniversario delle loro sofferenze. Lasciati soli al loro destino, senza avere nulla nella valigia dell’efficienza di frequente salva-vita, persino della loro, dal momento che sono in tanti ad essere decimati nella loro resistenza psico-fisica.

Agli stessi, si spera, che la politica – oltre che a risolvere le loro necessità organizzative – dia protagonismo in ciò che c’è da fare per risolvere la sanità morente. Quelli di Cosenza, dunque, come simbolo “cocciuto” della giusta protesta che monta e delle rivendicazioni di civiltà entrambi da tenere presente per fare la sanità che ci vuole.

A proposito, sono tante le dispute, i ricatti e gli accordi sottobanco che contraddistinguono, da quasi un anno, il percorso di nomina di un commissario ad acta. Tutti vogliono indebitamente “bagnare il biscotto” (per ricordare la trasmissione “Specchio segreto” del grande Nanni Loy) nella relativa nomina per continuare ad avere il proprio ritorno di comodo. Nessuno però che litiga sul da farsi, supponendo che l’importante è esserci e non garantire i diritti che non ci sono.

Per intanto, auguri a tutti i medici “in tuta blu”, di quella che ha fatto le vittorie del lavoro! Che il loro esempio possa campare oltre i fatidici 100 anni e rappresentare il modo, l’unico, di pretendere ciò che la Costituzione sancisce. La speranza è che alla manifestazione ci siano tutti, nessuno escluso, a strillare i loro diritti, da troppo tempo messi da parte.

L’appuntamento è alle 9,30 davanti all’ex Pronto soccorso dell’Annunziata. Un’indicazione fisicamente e ideologicamente corretta, atteso che indica i locali ove il servizio dell’emergenza lo si faceva, per distinguerlo da quello ove è situato oggi e ove si continua a garantirlo grazie, esclusivamente, alla gran fatica dai nostri “vigili del fuoco” con i camici bianchi. 

*Docente Unical

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