LAMEZIA TERME Gli agricoltori dicono no all’Imu agricola, introdotta a novembre da un decreto del governo Renzi. È tutto pronto per la mobilitazione generale di giovedì 26 febbraio, che si svolgerà in piazza Prefettura a Catanzaro. Questa mattina, a Lamezia, i principali rappresentanti di Agrinsieme (il nuovo coordinamento che raggruppa le sigle di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane) hanno presentato l’iniziativa, chiedendo sostegno concreto alle istituzioni regionali, in particolar modo al governatore Mario Oliverio.
Alberto Statti, presidente di Confagricoltura Calabria, ha puntato l’accento sull’insostenibilità dell’Imu agricola, un nuovo balzello che rischia di compromettere ulteriormente la solidità economica di aziende già fiaccate dalla crisi del settore. Che deve fare i conti – ha ricordato Statti – anche con i costi di produzione sempre più alti, i ricavi che col tempo diventano più esigui, l’eccesso di burocrazia, le emergenze fitosanitarie continue e le disfunzioni nei pagamenti delle banche.
Per il successo della manifestazione “Basta Imu agricola” è necessaria una nuova unità d’intenti. «Gli agricoltori devono fare squadra, altrimenti si fa il gioco di chi vuole sottrarre risorse al settore», chiarisce Massimo Magliocchi, rappresentante di Agci. Pensiero condiviso da Nicodemo Colella, presidente di Cia Calabria: «Non sopportiamo più questi costi, per questo scendiamo in piazza. Dobbiamo far capire ai nostri amministratori che questo sistema non lo reggiamo più. L’Imu porterà migliaia di aziende a chiudere».
La mobilitazione contro la tassa sui terreni agricoli è anche un modo per testare la tenuta di Agrinsieme, una sigla che vuole rappresentare «un momento di discontinuità» rispetto alle logiche della frammentazione che spesso hanno caratterizzato il mondo agricolo. «L’Imu è un banco di prova – ribadisce Tommaso Innocenti, di Lega cooperative –. L’idea è di condividere tutte le iniziative per affrontare in modo organico tutti i problemi del mondo agricolo calabrese e nazionale».
p. bel.
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