CERISANO I carabinieri della compagnia di Cosenza hanno arrestato M. P., 55 anni di Mendicino ma residente a Cerisano, con l’accusa di abusi sessuali su una minore. L’uomo – secondo le indagini coordinate dal procuratore capo Dario Granieri e condotte dal sostituto Salvatore Di Maio – dal 2006 fino ai giorni scorsi avrebbe nel tempo molestato la figlia di sua moglie, che all’epoca era minore di dieci anni. La ragazzina è arrivata in Italia dall’Ucraina (suo paese d’origine) nel 2004 assieme alla madre che ha sposato l’indagato. «Sin dall’inizio della convivenza – è scritto nella richiesta della misura cautelare in carcere – approfittando cinicamente della tenerissima età della ragazzina, che aveva 7-8 anni, ha assunto comportamenti anomali sulla figliastra». Il 55enne in un «crescendo squallido» avrebbe abusato sessualmente della minore, cercando sempre di fare in modo che la moglie non si accorgesse delle sue morbose attenzioni. Con il passare degli anni, la ragazzina – divenuta più grande – cercava di reagire agli abusi e il patrigno diventava molto violento e aggressivo, pur di soddisfare i suoi istinti. L’uomo avrebbe molestato la minore per ben nove anni tra le mura domestiche sempre quando la moglie era impegnata in faccende domestiche o era assente. In alcune occasioni – secondo l’impianto accusatorio – avrebbe compiuto anche atti osceni in presenza della bambina.
La giovane – dopo anni di soprusi – nelle scorse settimane, dopo essersi confidata con alcune amiche ha deciso di denunciare. Ma – è specificato nel provvedimento – la ragazza ha presentato querela senza informare la madre di quanto accaduto sia per una sorta di pudore, sia per non compromettere il menage familiare dal momento che le due donne sono economicamente dipendenti dal 55enne. I fatti denunciati hanno avuto ampi riscontri nelle indagini. Per gli inquirenti, la ragazza è risultata assolutamente attendibile avendo descritto con dovizia di particolari i nove anni di violenze subite.
Il pm Di Maio ha chiesto e ottenuto dal gip Carpino la misura cautelare in carcere.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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