COSENZA Determinati a non mollare perché la buona sanità è un diritto. Davanti all’ingresso del vecchio pronto soccorso dell’ospedale Annunziata di Cosenza medici, infermieri, precari del settore ma anche diversi cittadini si sono radunati per dare vita al corteo che apre la manifestazione di protesta del personale. Ma al momento le istituzioni e la politica sono poco presenti. I rappresentanti sindacali, in prima fila, si lamentano: «Ci avevano garantito la presenza ma ancora non si vedono». Fatte eccezione per il consigliere regionale del Pd Mimmo Bevacqua e per alcuni consiglieri comunali. Proprio il consigliere regionale democrat ha tuonato: «perché – ha detto – non possiamo stare fermi di fronte a questa situazione che è diventata insostenibile. Nei prossimi giorni ci arriveremo per soluzioni immediate e ci siederemo davanti a un tavolo per affrontare la questione in modo sereno».
«Mia figlia aspetta da mesi per fare una risonanza. Non è possibile», si sfoga un signore mentre si preparano e si mostrano striscioni. Sindacati sul piede di guerra, così come i camici bianchi. Alcuni medici sono arrivati “in divisa” perché oggi comunque le urgenze vanno garantite. Ma hanno ritenuto giusto esserci. «Non ci sono le risorse e non sono ben gestiti. Molta carenza. Ma l’organizzazione non è delle migliori», afferma un’infermiera scesa un attimo nel cortile per manifestare il suo dissenso, «ma – dice – devo correre in reparto».
È il momento di reagire. Ne è convinta Luciana Ianni, segretario aziendale della Cgil: «Vogliamo un ospedale sano. Non riusciamo a garantire più i livelli minimi di assistenza. Negli ultimi tempi medici e infermieri sono finiti in corsia come pazienti per lo stress eccessivo del lavoro. Vogliamo un commissario che ci guidi».
C’è chi aspetta da tempo di poter lavorare. «Facciamo parte di una graduatoria – afferma un’infermiera – di cui sono state assunte solo dieci persone. Le altre vengono usate solo per sostituzioni maternità o malattia. Intanto i colleghi in servizio non ce la fanno più e noi stiamo a casa. La sanità è allo sfascio. Il presidente Oliverio deve intervenire».
E alla protesta si è unito anche il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto che, con la fascia tricolore, si è posto alla testa del corteo «perché – afferma – la situazione è insostenibile e non possiamo più stare fermi ne va della salute dei cittadini. Io devo stare accanto a loro e ai lavoratori. Lo sblocco del turnover è indispensabile. Ho fatto anche un’ordinanza per questo perché ne va del l’incolumità di tutti». E a chi ha fatto notare che Oliverio ha invece deciso di non essere presente per evitare strumentalizzazioni, il primo cittadino e presidente della Provincia ha risposto di non voler entrare nel merito per non fare polemica in un giorno importante in cui si parla della tutela della salute.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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