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I lavoratori Infocontact si rivolgono a Oliverio

VIBO VALENTIA I lavoratori delle sedi Infocontact di Serra San Bruno e Stefanaconi, si sono rivolti tramite una lettera al presidente della Regione Oliverio per informarlo della vertenza in atto, c…

Pubblicato il: 27/02/2015 – 17:04
I lavoratori Infocontact si rivolgono a Oliverio

VIBO VALENTIA I lavoratori delle sedi Infocontact di Serra San Bruno e Stefanaconi, si sono rivolti tramite una lettera al presidente della Regione Oliverio per informarlo della vertenza in atto, che allo stato riguarda 92 operatori outbound delle due sedi con commessa Telecom. Novità ci sono per i presidi di Rende a Lamezia acquistate di recente, rispettivamente, da Comdata e da “Abramo customer care” ma allo stato sembra non esserci alcun piano di reintegro, anzi si parla di un abbattimento delle unità lavorative del 40 per cento. «Le scriviamo per metterla a conoscenza della tragica situazione che si sta verificando nei confronti di 92 operatori Infocontact outbound con commessa Telecom dei call center situate nei territori vibonesi di Serra San Bruno e Stefanaconi. Come ben saprà – scrivono gli interessati – dopo il fallimento di Infocontact e dopo sei mesi di commissariamento, siamo arrivati all’acquisto, ormai imminente, della società, smembrata in due rami. Nelle ultime settimane, tramite comunicati ufficiali da parte dei commissari straordinari, abbiamo appreso la notizia che i “centri periferici” verranno dismessi, e i lavoratori spostati nella sede di Lamezia Terme».
«Questa notizia – è quanto affermano i firmatari della lettera indirizzata a Oliverio – ha decisamente portato sgomento tra gli operatori che lavorano la commessa Telecom outbound, tra le altre cose la prima in Italia per volumi e fatturato. Nessuno di noi potrà permettersi di raggiungere tutti i giorni il posto di lavoro distante chilometri dagli attuali centri e percorrere strade note per le loro condizioni disastrose. Non ci sono, quindi – chiosano – le condizioni economiche e logistiche per recarsi in sicurezza nella nuova sede lavorativa. Apparteniamo ai tanti lavoratori con contratto co.co.pro., una modalità contrattuale che in realtà non garantisce nulla, non permette di mantenere le quotidiane spese familiari, non permettere di chiedere dei semplici prestiti o addirittura dei mutui, insomma, non è sinonimo di “futuro”. Questo ci porterà ancora una volta a un innalzamento della percentuale di disoccupazione e in particolare andrà a toccare quella femminile e giovanile, visto che i centri sono costituiti per il 70% da donne».
«La nostra – dicono i lavoratori Infocontact – non sarà una semplice lotta per salvare i “nostri centri”. Sarà una lotta per salvare la dignità di ogni singolo operatore. Dietro a una cuffia ci sono delle vite, ci sono padri e madri che portano a casa uno stipendio, a volte minimo, ma allo stesso tempo importante per i loro figli, ci sono giovani donne e uomini speranzosi di realizzare i loro sogni, laureati che i loro sogni ormai li hanno chiusi nel cassetto. Un piccolo centro è grande per un territorio come il nostro. Noi non dimentichiamo però i sacrifici e gli obiettivi raggiunti. Non ci faremo incantare da chi finge di averci salvato per poi costringerci a rinunciare. Saremo uniti per salvare i nostri centri, perché il lavoro è un nostro diritto. Presidente Oliverio ci rivolgiamo a lei, fiduciosi – chiudono – in quanto rappresentante di ogni singolo cittadino calabrese».

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