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«La corruzione è parte del sistema»

CATANZARO «L’attività corruttiva ha assunto ormai configurazione di “sistema” che oltretutto contribuisce a impedire la correzione di mali antichi che hanno frenato lo sviluppo del Paese e sbi…

Pubblicato il: 27/02/2015 – 12:19
«La corruzione è parte del sistema»

CATANZARO «L’attività corruttiva ha assunto ormai configurazione di “sistema” che oltretutto contribuisce a impedire la correzione di mali antichi che hanno frenato lo sviluppo del Paese e sbilanciato la struttura della società italiana e del suo sistema politico». Lo ha detto il presidente della Sezione giurisdizionale per la Calabria della Corte dei conti, Mario Condemi, nel corso della cerimonia per l’inaugurazione dell’anno giudiziario che si è svolta a Catanzaro. In una accorata esamina sui temi della legalità e della corruzione, Condemi ha aggiunto: «Il panorama è molto peggiorato ed è desolante, con l’onestà, la correttezza, l’affidamento, l’osservanza delle norme che non trovano più posto». 

Secondo il presidente, dunque, «è doloroso riscontrare che la violazione della legalità ha assunto, in misura ormai molto preoccupante, una delle peggiori e più deleterie delle sue manifestazioni: la corruzione, rilevata essersi estesa in moltissimi settori di attività, dove pubblico e privato incrociano e condividono interessi ormai di natura criminale».

Nella sua relazione, Condemi ha anche puntualizzato come la corruzione è costituita anche da «ogni indebita e volontaria alterazione profittatoria di regole generali giuridiche e comportamentali, che si manifesta, quasi sempre, come degenerazione spirituale e morale, depravazione, totale abbandono della dignità e dell’onestà, con compromissione, inquinamento e ammorbamento di basilari principi del vivere civile».

Nel concludere il suo intervento, il presidente ha poi sottolineato che, rispetto al malaffare, «il rimedio non sarà certo quella tentazione di quasi acquiescenza, ma un rinnovato slancio di operosità onesta e corretta di chi ancora nutre principi sani e responsabili».

«È quasi surreale – ha aggiunto Condemi – dovere constatare che, al continuo perpetrarsi di truffe e raggiri per ottenere illeciti finanziamenti, corrisponda, per converso, la incapacità, specialmente nelle regioni del Sud, di spendere i ricchi stanziamenti europei per legittimi progetti di sviluppo. In tale contesto, peraltro, non meraviglia, ma è triste che l’Italia sia primatista delle frodi comunitarie, con in testa Calabria e Sicilia».

Alla seduta hanno partecipato, tra gli altri, il giudice costituzionale Aldo Carosi e i presidenti della giunta e del consiglio regionali, Mario Oliverio e Antonio Scalzo. Illegalità e corruzione sono al centro, anche quest’anno, del resoconto dei giudici contabili calabresi. «Nel delimitato ambito regionale di competenza di questa sezione, e per l’anno in esame – ha detto il presidente Condemi – si è potuto e dovuto constatare come l’intensa attività repressiva in materia di responsabilità amministrativo-contabile, in una con gli incrementati interventi dell’organo titolare dell’azione risarcitoria, sia speculare alla diffusione sempre maggiore di irregolarità gestionali, che si traducono nello spreco, nell’appropriazione indebita di risorse finanziarie, nell’uso di beni pubblici per il soddisfacimento di interessi privati, in un crescendo di illiceità, singole o in concorso fraudolento con funzionari conniventi o inefficienti, che depauperano sotto molteplici aspetti il patrimonio pubblico, laddove un efficace dispiegamento di controlli interni, potrebbe, spesso, ridimensionare l’entità delle patologie comportamentali dannose per l’erario. Tipico esempio è dato dall’incancrenirsi del fenomeno della fruizione indebita di contributi e finanziamenti statali, regionali e/o comunitari, col manifestarsi di casi di condanne tra i 400mila e il milione di euro fino a raggiungere gli oltre due milioni e mezzo».

Il presidente Condemi, nella sua relazione, ha evidenziato anche «che, anche quest’anno, la Calabria si colloca tra le prime Regioni italiane in relazione ai danni da malagestione delle aziende sanitarie» e ha ribadito l’attribuzione di competenze alla Corte dei conti in materia di spesa del denaro pubblico da parte dei gruppi politici su cui lo scorso anno si era registrata una levata di scudi da parte delle amministrazioni.

 

«CONTROLLI PIÙ EFFICACI»

La Regione Calabria dovrebbe porre in essere misure più efficaci di controllo atte non solo a reprimere ogni iniziativa illecita, ma anche a indirizzare la propria azione di finanziamento con strumenti più incisivi». Lo ha detto il procuratore facente funzioni presso la sezione giurisdizionale per la Calabria della Corte dei conti, Salvatore Librandi, nella relazione di apertura dell’anno giudiziario in merito alla repressione delle frodi comunitarie e al recupero dei contributi indebitamente erogati e percepiti.

In totale, nel corso del 2014, sono stati depositati 57 atti di citazione, per un importo superiore a 29 milioni di euro. «L’ambito dei contributi pubblici – ha sostenuto Librandi – è talmente vasto che gli atti di citazione hanno, ormai, superato il 50% del totale. Le indagini avviate dalla Procura nel settore delle frodi e dell’illecita utilizzazione e destinazione delle risorse pubbliche, erogate nell’ambito dei programmi di intervento infrastrutturale finanziati dai fondi comunitari e nazionali, hanno portato all’accertamento di diffuse illegalità. Una causa del gravissimo fenomeno è stata individuata nei controlli effettuati dall’amministrazione che sono sembrati carenti e, comunque, non idonei se si considera che molti beneficiari non erano neanche in possesso dei requisiti soggettivi per poter accedere ad alcuna forma di contribuzione erogata da una pubblica amministrazione nazionale o comunitaria. Infatti, avevano già subito condanne penali oppure avevano presentato false dichiarazioni o, ancora, non erano proprietari dei terreni necessari per l’ottenimento degli aiuti in questione».

 

OLIVERIO: ALZARE ASTICELLA LEGALITÀ

«Le relazioni di oggi evidenziano la necessità di assumere iniziative di contrasto alla corruzione ma anche di bonifica nella pubblica amministrazione». Lo ha detto il presidente della Regione Mario Oliverio commentando con i giornalisti le relazioni di apertura dell’anno giudiziario della sezione giurisdizionale per la Calabria della Corte dei conti.
«Credo che sia necessario alzare di molto – ha aggiunto Oliverio – l’asticella in questa direzione e bisogna fare in modo che si recuperi un’attenzione alla dimensione etica e al
rispetto delle regole e della legalità. È chiaro che, soprattutto per questa via, passa lo sviluppo della nostra regione. Il problema delle truffe credo ponga in evidenza la presenza di un processo corruttivo che in questi anni è andato avanti. Sulla spesa dei fondi Ue stiamo dando grande attenzione alla problematica».

«Bisogna spendere e spendere bene – ha concluso – nel rispetto delle procedure e della legalità».

 

«È importante il richiamo al senso di responsabilità e, soprattutto, alla collaborazione tra le varie istituzioni perché assieme si possa dare vita a un sistema virtuoso». Lo ha detto il presidente del consiglio regionale Antonio Scalzo a conclusione della cerimonia di apertura dell’anno giudiziario.

«Ringrazio il presidente e il procuratore della sezione giurisdizionale della Corte dei conti per la Calabria – ha aggiunto Scalzo – per la chiarezza ed esaustività delle loro relazioni. Così come ho molto apprezzato l’intervento del giudice costituzionale Aldo Carosi che ha chiarito anche alcuni aspetti che vanno nella direzione della gestione della cosa pubblica».

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