COSENZA Non è stato dato alcun ordine di sgombero al Mariano Santo di Cosenza, nessuno dei pazienti è stato ancora trasferito, ma si tratta solo di una questione di giorni. Al vecchio ospedale di Cosenza ormai sono quasi tutti d’accordo: decisione e modalità di evacuazione della struttura, oggi oggetto di restauro, saranno stabilite di concerto dal costituendo tavolo tecnico, voluto dalla direzione collegiale del nosocomio, attorno a cui siedono dirigenti del Mariano Santo, rappresentanti della prefettura, dell’Asp, del Comune e della Regione. Già all’inizio della prossima settimana, insieme dovranno decidere quando e come i pazienti del vecchio ospedale dovranno essere trasferiti in altra struttura, in attesa che i lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza permettano al Mariano Santo di tornare operativo.
L’esigenza è stata portata alla luce dalla relazione redatta dall’Ufficio tecnico dell’ospedale, che ha confermato l’allarmante relazione che il Consorzio Telesio – la ditta che sta effettuando i lavori – ha fatto pervenire ai dirigenti dell’ospedale, per segnalare di aver riscontrato diverse criticità strutturali, tanto da far pensare a possibili crolli. Un documento che il direttore generale ha fatto pervenire a Procura, Prefettura, Asp, Comune e Regione, per chiedere assistenza e supporto nell’evacuazione totale del nosocomio, detta dalla necessità di sicurezza il cantiere, effettuare i carotaggi negli altri padiglioni dell’ospedale e garantire l’incolumità di tutti i pazienti.
Un’eventualità a cui il direttore generale William Auteri aveva iniziato a prepararsi ancor prima di ordinare una perizia dettagliata al suo Ufficio tecnico, ipotizzando le soluzioni per garantire un trasferimento efficace dei circa 50 pazienti attualmente ospitati al Mariano Santo. I degenti potrebbero essere sistemati sia all'”Annunziata” sia all’ospedale di Rogliano. «Abbiamo già predisposto un piano in grado di assicurare spostamenti tranquilli a tutti i malati», aveva comunicato il dg dell’Azienda. Il Mariano Santo è uno dei presidi più antichi di tutta la provincia cosentina. Agli inizi del secolo scorso è stato uno pochi centri calabresi a ospitare i malati di tubercolosi. Oggi nella struttura sono operativi reparti importanti come Oncologia e Pneumologia.
a. c.
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