ROMA C’era anche una delegazione calabrese alla contestata manifestazione organizzata dalla Lega Nord di Matteo Salvini, insieme ai neofasciti di Casapound. Uno sparuto gruppetto di calabresi, con rappresentanze dei neofondati circoli di “Noi con Salvini” di Catanzaro e Lamezia Terme, ha voluto ingrossare le non troppo affollate file di chi ha voluto seguire nella capitale il leader della Lega, che dal palco ha lanciato « la sfida per conquistare il Paese” perché « il primo ladro e strozzino che c’è in Italia si chiama Stato». Dimenticata la simbologia celtica, che nei decenni scorsi colorava le piazze leghiste con un fioccare di corna vichinghe e feticci assortiti di ispirazione nordica e la retorica federalista che avrebbero complicato i piani di espansione al sud, nel mirino del leader del Carroccio finiscono il premier Matteo Renzi che «è il servo sciocco di Bruxelles» e l’ex ministro Fornero. Ma nel suo intervento, Salvini ha voluto anche trattare quei temi su cui si è fondata l’alleanza con la galassia neofascista,- «Nella nostra Italia non c’è spazio per i campi rom», ha sottolineato il leader della Lega affermando «Vai a fare il rom da qualche altra parte. I rom vengono dopo i nostri disoccupati , molto dopo…». Ma nel suo discorso ha anche voluto sottolineare «Non esiste eccesso di legittima difesa: se vieni a casa mia in piedi è possibile che ne esci steso».
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