Se il turismo parla (solo) italiano

LAMEZIA TERME La grafica è allo stesso tempo lineare e accattivante. In home page c’è di tutto: itinerari, idee di viaggio e un’agenda con gli appuntamenti da non perdere dal Pollino allo Stretto. Insomma, il portale della Regione Calabria dedicato all’incentivazione del turismo avrebbe tutte le carte in regola per essere un buon bigliettino da visita, da offrire a chi sceglie questa regione come meta delle proprie vacanze. Peccato, però, che non esista nemmeno una sezione ad hoc per chi non parla e comprende la lingua italiana. Niente inglese, francese, tedesco, cinese o arabo. Eppure sul portale fa bella mostra una comunicazione con cui si annuncia che attraverso i fondi Por Calabria Fesr 2007-2013 saranno utilizzati per «attrarre nuovi flussi turistici nazionali e internazionali in Calabria» e per il «servizio di ristrutturazione e potenziamento del portale del turismo www.turiscalabria.it della Regione Calabria».

Com’è possibile che nessuno abbia pensato di introdurre una sezione per chi ha poca dimestichezza con la nostra lingua? È così complesso comprendere che i turisti da intercettare potrebbero risiedere anche fuori dal Belpaese? Un piccolo dettaglio dice tutto: il sito web ufficiale turiscalabria.it parla solo italiano, mentre quello ufficiale www.italia.it (che pure non è il massimo, se confrontato con quello delle altre nazioni europee) è in cinque lingue.

Ecco: non sarebbe il caso che nella terra dei Bronzi di Riace, del Parco archelogico di Sibari, dell’Antica Kaulon, dell’area archeologica dell’Antica Medma e di quella di Capo Colonna (e delle tante associazioni – come “I Love Calabria” – che tanto si battono per la promozione dei nostri tesori) il turismo diventasse, finalmente, una grande questione regionale? Prenda appunti il governatore Mario Oliverio e corra ai ripari, considerato che su questo settore, almeno così va ripetendo, vuole investire molto. 

an. ri.