VIBO VALENTIA Il suo silenzio durava dal 22 febbraio, cioè dal giorno in cui si sono tenute le primarie per la scelta del candidato a sindaco del centrosinistra. Quella sera Pietro Giamborino aveva telefonato al suo principale sfidante, Antonio Lo Schiavo (giovane notaio sostenuto da quasi tutto il Pd vibonese), per complimentarsi per la vittoria. A dieci giorni di distanza, però, il tempo del fair play sembra essere passato, e le prime dichiarazioni dell’ex consigliere regionale rischiano di aprire un nuovo fronte di polemiche in vista delle prossime elezioni comunali.
A far parlare Giamborino è stato Giuseppe Mazzeo, direttore del quotidiano online vibonese 21Righe. La ferita della sconfitta rimediata alle primarie, evidentemente, fa ancora parecchio male: Giamborino ha raggiunto quota 2.000 voti, ma è stato superato dal candidato del Pd di circa 400 lunghezze, mentre il terzo gradino del podio è toccato a Francesco Colelli (Sel), che ha sfiorato le 600 preferenze. Ma la partita all’interno del centrosinistra sembra tutt’altro che chiusa e i richiami all’unità dopo la lotta delle primarie sembrano destinati a cadere nel vuoto.
Dopo l’endorsement di Mario Oliverio a favore di Lo Schiavo e il richiamo del governatore all’unità della coalizione, infatti, Giamborino ha tuonato: «Il vero patto era un altro, inutile far finta di non conoscerlo». L’ex consigliere regionale si riferisce, come dichiarato più volte, a un accordo che sarebbe stato siglato prima delle elezioni regionali – con l’imprimatur di Oliverio e di Nicola Adamo – e che prevedeva la sua candidatura a sindaco di Vibo in cambio del sostegno a Michele Mirabello alle elezioni regionali. Ma poi l’accordo raggiunto a quel tavolo sarebbe stato ribaltato.
«Hanno insistito – ha dichiarato Giamborino a 21Righe – affinché prendessi parte a questa farsa delle primarie. Mi hanno voluto ingabbiare. A quel punto ho dato tutto me stesso, ho portato oltre duemila voti, solo contro tutti, e col maggiore partito a me avverso. Ma quello che si è consumato in questa competizione ha dell’assurdo, bastava dare un’occhiata per vedere chi è andato a votare. Gente che forse mi ha voluto far pagare qualche denuncia che ho fatto e che ha portato all’intervento anche della magistratura». Il riferimento è al caso dell’Aterp di Vibo e non mancano in proposito le accuse di trasversalismo. Accuse reciproche, rivolte anche allo stesso Giamborino che, però, ha minimizzato: «Se intendiamo quelle 30/40 persone che a Piscopio generalmente non votano a sinistra, allora me ne vanto: sono miei concittadini che hanno visto l’opportunità di avere un loro conterraneo alla guida della città».
Non è tutto: l’ex esponente della Margherita è andato oltre affermando di non essere «affatto sereno nel pensare al futuro di questa città». E alla richiesta del cronista di chiarire ulteriormente il suo pensiero ha risposto: «Quella sera delle primarie, all’interno del Comune di Vibo, un certo avvocato ha urlato per diversi minuti, davanti a un centinaio di cittadini, in un linguaggio da Gomorra: “‘Nci tajiammu a testa, ‘ncia tajiammu a tutti”. Cose da far venire i brividi. Ripeto: roba da Gomorra. E io dovrei esser lieto perché ha vinto questa gente qua?». E meno male che le primarie dovevano servire a ricompattare il centrosinistra…
s. pel.
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