RENDE Hanno bloccato lo svincolo di Cosenza nord dell’autostrada. I dipendenti della Infocontact sono determinati ad andare avanti se la società, che vuole acquisirli, non cederà su alcune condizioni che loro ritengono fondamentali. La protesta è stata attuata dai 300 dipendenti che hanno aderito allo sciopero proclamato martedì dalle segreterie regionali di Slc, Fistel e UilCom. Dopo la cessione dei rami di Infocontact all’Abramo Customer Care e a Comdata, spiegano i dipendenti, “sono circa cento i lavoratori che rischiano di non avere alcuna possibilità di futuro. Per mille operatori telefonici sono previste drastiche riduzioni di orario e di salario e per 300 lavoratori precari delle sedi periferiche la chiusura dei propri centri si tradurrà in rinuncia per manifesti problemi economici”. Intanto a Roma, al Ministero per l’Economia e lo Sviluppo, è iniziato l’incontro con i rappresentanti sindacali per discutere proprio del ramo d’azienda cosentino. Domani si parlerà della sede di Lamezia Terme.
«Abbiamo deciso di organizzare questa protesta – spiega Mauro Rende, rappresentante rsu – in concomitanza con la trattativa in corso al ministero per lo Sviluppo economico con “Comdata”. Non possiamo accettare quella proposta: si vuole ridurre l’orario di lavoro del 50% e licenziare 29 persone tra i lavoratori della sede di Rende. Qui siamo 400 dipendenti di cui 306 assunti a tempo indeterminato. La decurtazione dell’orario di lavoro, e quindi dello stipendio, e il licenziamento di 29 colleghi, sono inaccettabili. Bloccheremo l’autostrada fino alle 18 perché non vogliamo creare particolari disagi ai cittadini, ma non possiamo stare fermi. Chiediamo l’aiuto delle istituzioni che fino a ora non hanno fatto nulla. Aspettiamo di capire che cosa succede a Roma e poi decideremo».
Stesso destino riguarda la sede di Lamezia. «Per loro – conclude Rende – la trattativa al Mise è prevista per domani e in concomitanza anche la manifestazione di protesta, organizzata per le 12. Lì è il gruppo Abramo che vuole acquistare Infocontact».
“I toni trionfalistici del governo, che ha annunciato d’aver salvato 1.590 lavoratori della Infocontact – hanno sottolineato i sindacalisti – sono tutt’altro che condivisi dalle organizzazioni sindacali e soprattutto dai lavoratori, che a gran voce stanno protestando contro il disinteresse totale del governo e il ruolo da spettatori che le aziende committenti si sono ritagliate”.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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