Galantino: accorgersi del povero

CASSANO ALLO JONIO “Non ci convertono i fatti straordinari ma se nella vita di ogni giorno ci accorgiamo del grido del povero”. Lo ha detto il segretario della Cei, monsignor Nunzio Galantino, nel corso della messa con i militari della guardia di finanza del Gruppo di Sibari, guidati dal tenente colonnello Sergio Rocco. Nel corso della sua omelia monsignor Galantino, che lascerà il 10 marzo la diocesi di Cassano allo Jonio per dedicarsi interamente alla Conferenza episcopale italiana, ha affrontato il tema dell’indifferenza. Galantino ha affermato di aver accolto l’invito del cappellano della guardia di finanza, don Ignazio Iacone, non per fare un saluto ma “come segno di gratitudine per il lavoro che i finanzieri fanno per rendere questo nostro territorio e la Nazione tutta meno sporca”. Monsignor Galantino ha fatto notare, altresì, come il “ricco non ha nome mentre il povero è conosciuto per nome dal Signore e fu portato nel segno di Abramo. Il ricco, invece, è condannato all’inferno per il peccato di indifferenza non essendosi accorto che non lontano dalla sua porta c’era un povero che lo interrogava. Il ricco è uno che non si è reso conto, mentre il cane, al povero, gli ha leccato le piaghe. Ci viene chiesto di accorgerci che il povero esiste”.