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Scandalo Calabria etica, la Procura indaga per abuso d'ufficio

CATANZARO È abuso d’ufficio il reato ipotizzato dalla Procura di Catanzaro nell’inchiesta sulle assunzione fatte dalla Fondazione Calabria etica, ente in house della Regione per progetti di assiste…

Pubblicato il: 05/03/2015 – 12:55
Scandalo Calabria etica, la Procura indaga per abuso d'ufficio

CATANZARO È abuso d’ufficio il reato ipotizzato dalla Procura di Catanzaro nell’inchiesta sulle assunzione fatte dalla Fondazione Calabria etica, ente in house della Regione per progetti di assistenza alle famiglie disagiate. Il fascicolo, aperto dal procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri, è passato al sostituto della sezione dei reati contro la pubblica amministrazione. I carabinieri e il personale del Nucleo investigativo sanità e ambiente (Nisa) stanno controllando numerosi documenti.
Gli investigatori stanno verificando nel dettaglio tutte le assunzioni fatte dall’ente nell’ultimo periodo. La fondazione – come ha rivelato il Corriere della Calabria – ha assunto a tempo determinato 251 persone nei giorni immediatamente precedenti le elezioni regionali del novembre scorso, continuando poi a fare altri contratti anche a dicembre e gennaio per arrivare sino a quota 700. Nelle settimane scorse la giunta regionale della Calabria ha dichiarato decaduti i presidenti di alcune fondazioni tra le quali Calabria etica. Al posto di Pasqualino Ruberto, nominato nel 2010 dalla vecchia giunta regionale di centrodestra, è stato nominato commissario il dirigente dell’Audit Carmelo Barbaro.

 

RUBERTO: «È GIUSTO CHE LA GIUSTIZIA FACCIA IL SUO CORSO»
«Al momento non mi è stata notificata alcuna notizia di indagini di nessuna natura sulla mia persona». Lo afferma l’ex presidente di Calabria Etica, Pasqualino Ruberto, in una nota diffusa dal suo legale, l’avvocato Francesco Pagliuso. «Qualora la notizia stessa – aggiunge Ruberto – dovesse risultare fondata, l’ipotesi mi lascia tranquillo e ritengo corretto e giusto che la giustizia faccia il suo corso, riponendo piena fiducia negli organi inquirenti. Non posso fare a meno di rilevare, tuttavia, che quello che viene riportato come notizia, notizia non sia, in quanto la stessa non sarebbe altro che un percorso ordinario di una procedura d’indagine conoscitiva, avviata da una stucchevole e costante campagna mediatica, che ha avuto una finalità prettamente politica. La mia candidatura a sindaco della città di Lamezia Terme – prosegue Ruberto – continua a dare fastidio a chi vuole tenere la città sotto un dominio trasversale che ha provocato, fino ad oggi, mancanza di sviluppo e vassallaggio. Sono preoccupato per me e per la mia città, perché si tende a distruggere un uomo e la sua credibilità, il suo lavoro e la sua reputazione, solo perché candidato a sindaco. Proprio in considerazione di ciò, visto l’utilizzo politico delle notizie e onde evitare giudizi sommari e processi mediatici, pur nel massimo rispetto del diritto dell’informazione, auspico la massima correttezza da parte di tutti gli attori coinvolti».

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