Calabria terra di sbarchi. Approdo di uomini, donne e bambini partiti da lidi lontani, stipati su carrette che affrontano il mare con carichi di umanità resi ancora più gravosi dalla miseria e dal dolore, dalla paura e dalla speranza. Gli 800 chilometri di costa che circoscrivono il territorio della regione rappresentano, da sempre, un ambìto punto di arrivo per i popoli che affrontano il Mediterraneo con l’unico scopo di mettere piede su quello che, di fatto, è il primo gradino su cui salire per arrivare all’Occidente, l’ambìto avamposto dell’Europa cristiana.
Il Corriere della Calabria pubblica i dati raccolti dal Viminale, che fotografano una situazione drammatica, resa tale dal notevole incremento degli sbarchi avvenuti nell’arco del 2014. Nelle mani di trafficanti senza scrupoli finiscono soprattutto minori. E il business dell’immigrazione fa gola anche alle ‘ndrine.
(I servizi di copertina completi, a firma di Sergio Pelaia, Alessia Candito e Roberto De Santo, sono pubblicati sul numero 191 del Corriere della Calabria in edicola fino al prossimo 12 marzo)
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