REGGIO CALABRIA «Sbaglia chi pensa di mettermi in un recinto, in quello stesso recinto in cui non sono riusciti a mettermi prima alle primarie e poi alle elezioni». Il tema è la nomina del commissario alla Sanità, a parlare è il governatore Oliverio. E il destinatario sembra essere proprio quel Matteo Renzi che, la scorsa estate, le ha tentate tutte per sbarrare la strada all’ex presidente della Provincia di Cosenza. Ora in gioco c’è la designazione del nuovo “capo” di un settore alle prese col Piano di rientro ma privo di una guida dallo scorso 10 dicembre, data di insediamento di Oliverio. Il governatore affronta la questione nell’aula del consiglio regionale. E mette molti puntini sulle “i”. A partire dai ritardi “sospetti”. «Io – spiega il governatore – mi sono insediato il 10 dicembre scorso. Da quel giorno e fino al 31 il governo avrebbe dovuto prenderne atto. C’era un impegno preciso: la mia nomina sarebbe dovuta avvenire durante il Consiglio dei ministri del 31 dicembre». Non è andata così. E oggi Oliverio sconta le novità incluse nella Legge di stabilità e nel Patto della Salute, che impediscono al governatore di assumere anche la carica di commissario. Oliverio brandisce ancora i pareri giuridici, inviati al governo, secondo cui dovrebbe essere lui il successore di Luciano Pezzi. «Sono convinto che la Calabria abbia bisogno di un governo responsabile per uscire da una logica prettamente ragioneristica. Mi auguro che il giochino del totonomi si chiuda al più presto. Se non sarà così, bisognerà valutare iniziative diverse. Non è possibile che la Calabria subisca ancora. Ho 62 anni e non mi intimidisco. L’unico mio punto di riferimento sono gli interessi dei calabresi». Parole decise, recapitate direttamente a Palazzo Chigi.
p. b.
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