ROMA La farsa continua: archiviato il toscano Enrico Desideri, preso atto del disimpegno del lungimirante Carlo Lusenti, affondato per via legislativa Oliverio, immobilizzato Andrea Urbani e affidato Luciano Pezzi al braccio secolare della Cgil, ecco che dal cilindro di Palazzo Chigi spunta un nuovo nome. Quello di Massimo Scura, nativo di Gallarate, lungo corso da direttore generale rigidamente espletato in Toscana, tra le Asl di Pisa e Livorno. Il suo nome è stato proposto ufficialmente lunedì dal responsabile sanità del Partito democratico, Federico Gelli, a un’esterrefatta Beatrice Lorenzin che da poco aveva incontrato anche il segretario regionale del Pd calabrese Ernesto Magorno. In precedenza la ministra aveva avuto analogo incontro anche con il senatore Tonino Gentile per raccogliere le richieste degli esponenti del Nuovo centrodestra. Sia da Magorno che da Gentile ha avuto sollecitazione a far presto ed a rimuovere ogni impedimento per sbloccare la grave paralisi in cui si ritrova la sanità calabrese per la mancata nomina del commissario.
Il punto, però, è che nessuno conosce, al ministero, Massimo Scura e men che meno pare ne abbiano saputo fornire indicazioni sia Magorno che Gentile. Meno di loro Mario Oliverio, il quale si è limitato a ribadire che nessuno da Palazzo Chigi lo ha ancora contattato o convocato per adempiere a quel passaggio che vuole una intesa di massima tra governo e Regione prima della nomina del commissario.
Una situazione surreale, insomma, resa subito ancor più scivolosa dalle scarne notizie raccolte dai ministeri interessati alla vicenda (Salute ed Economia) sul nominativo proposto da Gelli. Insieme alle scarne indicazioni, infatti, sono arrivate notizie che hanno contrariato il ministro della Salute. Massimo Scura risulta essere un ingegnere chimico, laurea conseguita al Politecnico di Torino, che per lungo tempo ha lavorato presso l’Eni prima di diventare manager della sanità toscana ma con orizzonti assi ristretti che non sono andati mai oltre la gestione delle Aziende sanitarie di Siena e Livorno. Ma il fatto più delicato risiede nel dato anagrafico perché l’ingegnere Scura ha 71 anni e dal 2006 si gode la pensione. Insomma, la sua figura non pare essere proprio in linea con il ricambio generazionale della pubblica amministrazione voluto da Renzi e imposto dalla riforma del ministro Madia. Ma si sa, la Calabria va sempre in deroga…
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