VIBO VALENTIA Bocche cucite. Torna utile anche in questo caso la formula giornalistica standard che si utilizza in mancanza di dichiarazioni ufficiali. Tanto più che, com’è noto, gli argomenti al centro del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica tenutosi stamattina a Vibo erano parecchio scottanti. Ma, al di là delle formalità e dei no comment rituali, da quello che trapela dalla riunione di oggi in Prefettura pare di capire che le denunce pubbliche di Pietro Giamborino non siano state prese per nulla sottogamba. Anzi. L’ex consigliere regionale – uscito sconfitto dalle primarie che hanno incoronato Antonio Lo Schiavo aspirante sindaco del centrosinistra vibonese – ha confermato tutto e ha spiegato per filo e per segno cosa intendeva quando ha parlato di «scene da Gomorra» riferendosi proprio alle consultazioni del 22 febbraio. È entrato nei dettagli, Giamborino, anche perché pare che i suoi interlocutori istituzionali – accanto al prefetto Giovanni Bruno c’erano i vertici di carabinieri, polizia, guardia di finanza e capitaneria di porto – si siano dimostrati abbastanza preoccupati dello scenario prospettato. Uno scenario poco chiaro, certamente non solo per le accuse reciproche di trasversalismo tra i principali contendenti, su cui la prefettura è intenzionata ad andare fino in fondo. Tanto da far dichiarare allo stesso Giamborino – unico commento ufficiale – di essere «soddisfatto per l’attenzione istituzionale dimostrata» verso la sua denuncia. E, ultimo ma non proprio insignificante dettaglio, nel corso dell’audizione si è parlato anche dell’ultima infornata di contratti deliberata dall’Aterp di Vibo e della polemica politica che ne è seguita.
A questo punto, dunque, cresce sempre di più la distanza tra l’ex consigliere regionale e il Pd, che sostiene compatto Lo Schiavo. Giamborino non pare avere nessuna intenzione di rispondere agli appelli all’unità del centrosinistra – l’ultimo è arrivato direttamente da Mario Oliverio – e sarebbe sempre più convinto di mantenere le mani libere incamminandosi, se ne avrà l’occasione, su una strada alternativa a quella ufficiale dei dem.
Nel corso della riunione di oggi, infine, è stato affrontato anche il caso di Enza Dell’Acqua, giornalista nicoterese del Quotidiano del Sud che ha denunciato di essere stata minacciata da un assessore comunale, Salvatore Cavallaro, che le avrebbe intimato di non scrivere più di lui.
Sergio Pelaia
s.pelaia@corrierecal.it
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