CATANZARO Si allarga a macchia d’olio l’inchiesta sul bando per l’edilizia sociale della Regione. La Procura di Catanzaro ha iscritto nel registro degli indagati anche gli ex dirigenti generali dei dipartimenti Lavori pubblici e Personale, Giovanni Laganà e Umberto Nucara. Anche per loro l’accusa è di abuso d’ufficio. L’accusa è di abuso d’ufficio. L’indagine riguarda un bando sugli alloggi popolari prima pubblicato, poi annullato e infine ripubblicato. L’attenzione dei sostituti procuratori Domenico Guarascio e Fabiana Rapinocchi è puntata sul parere positivo della commissione che ha dato il via libera al secondo bando. Laganà avrebbe infatti nominato un nuovo organismo con il compito di valutare le graduatorie relative al primo bando, utilizzando personalità esterni all’amministrazione. In questo modo avrebbe provocato un ingiusto vantaggio patrimoniale ai professionisti non “interni” alla Regione.
Laganà avrebbe proceduto alla nomina della commissione, composta da Domenico Pallaria e dagli avvocati Egidio Masella e Giovanni Spataro, con un decreto dell’agosto 2010, pubblicato però sul Burc nell’ottobre successivo, quando la stessa commissione aveva già terminato l’attività.
Il dirigente dello stesso settore, Antonio Capistro, anche lui indagato per abuso di ufficio, avrebbe convocato la commissione prima ancora che il decreto fosse stato registrato.
Laganà, insomma, con l’aiuto di Capistro, avrebbe approvato un nuovo bando che avrebbe “favorito” alcune imprese, a danno di altre, tra cui la Gatto costruzioni, che si erano aggiudicate i finanziamenti nel primo bando. Ma ecco che emerge il ruolo dell’ex assessore ai Lavori pubblici e attuale vicepresidente del consiglio regionale, Pino Gentile. Secondo la Procura, «in concorso morale e materiale, Gentile e Laganà, entrambi, in qualità di pubblici ufficiali, in manifesta violazione della legge, avrebbero procurato intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale all’avvocato Spataro e al professore Gaetano Florio, ordinario all’Unical di Cosenza, nominati come componenti esterni permanenti della Consulta tecnica regionale, in assenza di un pubblico concorso, omettendo di “invitare” altri concorrenti compatibili».
Nell’inchiesta risultano già indagati gli ex membri della giunta Scopelliti.
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