CATANZARO «Continua a focalizzarsi sulla questione dei fondi europei il consiglio regionale. Il presidente Oliverio nel suo intervento ha tracciato lo stato della programmazione passata e futura della Calabria». Lo afferma in una nota l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Laura Ferrara. «La Regione – aggiunge – ha anticipato 900 milioni di euro per la realizzazione del Por Fesr 2007-2013 e attende dalla Commissione europea il rimborso, bloccato dal dicembre 2010. Inoltre è anche in forte ritardo sulla nuova programmazione 2014/2020, come denunciato dal Movimento 5 Stelle fin dall’insediamento al Parlamento europeo. Superando lo scaricabarile tipico della classe dirigente calabrese, noto che il governo regionale attuale, a quattro mesi dal suo di insediamento, si limita a delineare l’attuale immobilismo in fatto di programmazione e recupero di risorse. La Calabria, al 31 ottobre scorso, con una spesa pari ad appena 872,7 milioni di euro, corrispondente al 43,7% del totale, era tra le ultime regioni nella spesa del Fesr. Entro il 31 dicembre 2015 dovrebbe quindi spendere più di quanto abbia fatto nei precedenti sei anni per non perdere i finanziamenti. Pur apprezzando l’annuncio di un aumento di spesa, per il Por Fesr 2007-2013, in 1192,5 milioni al 31 dicembre 2014 (la dotazione iniziale del Por Fesr 2007-2013 era di circa 3 miliardi!), non è chiaro da dove il governo regionale impegnerà le risorse necessarie, visto che ad oggi, i finanziamenti su quella programmazione sono bloccati a Bruxelles».
«E se i fondi del Por – prosegue Ferrara – della precedente programmazione verranno sbloccati, così come tutti speriamo, il merito sarà anche del Movimento 5 Stelle, che con interrogazioni presentate alla Commissione europea e le denunce presso tutte le autorità e istituzioni fatte dal portavoce alla Camera Dalila Nesci, ha contribuito a portare alla luce le anomalie della programmazione pluriennale calabrese e delle decisioni politiche-amministrative in merito. Come quella relativa al cambio dell’Autorità di gestione, tanto che la Regione si è vista costretta a fare una repentina inversione di marcia. Atto estremo cui aggrappare l’ultima speranza dello sblocco dei fondi. È durante l’assise regionale di ieri che apprendiamo l’intenzione della giunta di definire un nuovo modello di gestione del Por 2014/2020. I nuovi programmi operativi, dovrebbero finalmente essere accompagnati da un Piano di rafforzamento amministrativo. Esso ha lo scopo di individuare le debolezze amministrative e permette di intervenire in maniera mirata, così da colmarle ed evitare dispersione di fondi. Contribuisce a ridurre i tempi procedurali, a semplificare gli strumenti per il raggiungimento di obiettivi e, quindi, a sostenere l’attuazione del Programma operativo. Che la Regione Calabria abbia assoluto bisogno di un Pra lo ha confermato anche il funzionario di Gabinetto della commissaria alle politiche regionali Corina Cretu, con il quale ho avuto un incontro la settimana scorsa proprio per avere una volta per tutte chiara la situazione della Calabria. In quella occasione il funzionario Jan Mikola Dzieciolowski sottolineava come la Regione non avesse ancora redatto la versione definitiva del Pra, accumulando così ritardi che andranno ad appesantire ulteriormente le difficoltà di sviluppo del territorio».
«La Calabria – conclude – si colloca in una posizione di forte ritardo rispetto agli obiettivi della strategia Europa 2020. Tutti gli indicatori non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quanto richiesto dall’Europa né a quanto già raggiunto da altri Paesi europei. A partire dal tasso di occupazione (45% per la Calabria quando l’Europa fissa un tetto del 75% entro il 2020), fino agli investimenti nel settore energetico, la cui carenza non permette nemmeno un parallelo con gli obiettivi fissati. Non possiamo permetterci l’ennesima maglia nera in fatto di programmazione e bontà dei progetti perché a risentirne, come confermato dai dati Eurostat del 2013 è la crescita della Calabria, ad oggi una realtà a sé non solo rispetto il resto d’Europa ma molto distante da altre regioni italiane addirittura confinanti».
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