REGGIO CALABRIA È destinata a far discutere la mozione approvata oggi in consiglio comunale a Reggio Calabria che mette nero su bianco l’opposizione del consiglio comunale a «qualunque tentativo di introdurre nell’ordinamento giuridico disposizioni normative tali da alterare la stessa struttura della famiglia, comprimere i diritti dei genitori all’educazione dei propri figli, ignorare l’interesse superiore dei minori a vivere, crescere e svilupparsi all’interno di una famiglia naturale». Presentata dal consigliere Massimo Ripepi di Forza Italia e approvata con la sola astensione del presidente dell’assemblea Demetrio Delfino, la mozione non solo impegna inoltre la giunta a individuare una data per la celebrazione di una “festa della famiglia naturale”, ma riconosce quest’ultima come esclusivamente quella fondata «sull’unione tra uomo e donna».
Un’idea che – stando alla mozione – il governo cittadino si dovrebbe impegnare a promuovere «sia direttamente che indirettamente, attraverso le scuole, associazioni e comitati, la valorizzazione dei principi culturali, educativi e sociali». In più, secondo gli impegni presi approvando la mozione presentata da Ripepi, la giunta si dovrebbe opporre all’applicazione del «documento standard per l’educazione sessuale in Europa, redatto dall’Ufficio europeo dell’Organizzazione mondiale della sanità». Impegni pesanti, destinati a far discutere, ma soprattutto che si pongono in rotta di collisione con l’avviamento dell’iter – stando a indiscrezioni iniziato in commissione permanente speciale Statuto e regolamenti – per l’istituzione del registro delle unioni civili a Reggio Calabria. di certo, la votazione praticamente bulgara del consiglio comunale rinfocola le polemiche esplose nel dicembre scorso, quando l’amministrazione aveva deciso di patrocinare il concerto di Natale al teatro Cilea, organizzato per raccogliere fondi in favore del “Movimento per la vita”.
Ma la curiosa decisione di approvare la mozione del consigliere Ripepi sembra soprattutto dare credito a quanti, all’epoca della campagna elettorale, paventassero l’ingerenza dell’area larga delle “Sentinelle in piedi” – l’associazione che con le sue letture silenziose in piazza si schiera contro la legge antidiscriminazione degli omosessuali e i matrimoni gay – nelle scelte politiche del centrosinistra.
All’epoca, a far esplodere la polemica era stata la decisione della lista “Oltre con Falcomatà Sindaco” di sottoscrivere i punti proposti dal Forum delle associazioni familiari e da La Manif Pour Tous Italia – organizzazioni di fronte delle sentinelle – per «un impegno pubblico e concreto a favore delle famiglie». Una promessa da tradursi in impegni precisi fra cui il riconoscimento del matrimonio esclusivamente come unione fra uomo e donna, la necessità di un percorso educativo congiunto e condiviso tra insegnanti e genitori, l’introduzione della “Valutazione di impatto familiare” (Vif) che verifichi l’efficacia dei provvedimenti degli enti pubblici sulla famiglia, l’istituzione di una Consulta per la famiglia e l’introduzione di una fiscalità agevolata per i nuclei familiari. Impegni che a quanto pare iniziano a essere rispettati, nonostante all’epoca Falcomatà, per bocca del suo portavoce Franco Arcidiaco avesse chiarito che «non mi pare che sia mai trapelata l’ombra di posizioni retrive o lontane dai punti saldi di una corretta politica di centrosinistra, che è stata costruita nel rispetto dei più sani principi. Perché Reggio non sia più dipinta come la Città delle disuguaglianza, delle iniquità, delle battaglie di retroguardia e dell’omofobia, è necessario che la nuova amministrazione comunale tracci la discontinuità rispetto al passato ed ami e rispetti tutti i cittadini, siano essi uomini, donne, uomini innamorati di altri uomini o donne innamorate di altre donne. Una linea programmatica, la nostra, che ci mette al riparo da ogni sospetto di inciuci o da ogni dubbio di derive reazionarie». Ma forse i consiglieri di centrosinistra a Palazzo San Giorgio non lo sanno o lo hanno dimenticato.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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